19 Settembre 2025 - 15:32:43

di Beatrice Tomassi

La società partecipata del comune dell’Aquila per la gestione dei rifiuti, l’Asm, chiude il 2024 in rosso, con un bilancio passivo di 170 mila euro. I debiti verso i fornitori raggiungono quota 7 milioni, a fronte di una liquidità che si attesta a 1 milione.

Da questi dati parte l’analisi dei consiglieri di minoranza Paolo Romano (L’Aquila Nuova), Massimo Scimia ed Elia Serpetti (Il Passo Possibile), che parlano di azienda strategica ormai a rischio collasso.

E per il 2025 il quadro non migliora, anzi. Rispetto alle annualità precedenti, infatti, non ci sarà nessun contributo straordinario dato dalla Regione Abruzzo e dal Comune ed è stato già incassato quanto dovuto dall’assicurazione per i danni derivanti dall’incendio del 2023.

A denunciare la situazione non sono solo i consiglieri di opposizione, ma anche la stessa Asm, che per restare a galla avrebbe richiesto un contributo straordinario di 430 mila euro.

«Oltre a quello che diciamo da sempre, oggi abbiamo anche le note che la stessa società ASM, per mano dell’amministratore unico, ha scritto al Comune dell’Aquila – ha affermato Romano -. C’è una necessità di liquidità, una necessità di immediatezza, di essere più precisi nei pagamenti. Serve andare a strutturare un intervento reale che guardi ai prossimi anni».

Le criticità sotto i riflettori sono innumerevoli. In primis il nodo del personale: sono 60 i lavoratori interinali della società, vale a dire un terzo dei 151 operatori. Di questi, 20 sono impiegati per sei mesi, ma i rimanenti 40 sono praticamente stabili. Il tutto mentre il concorso per 10 unità di personale bandito nel 2022 è ancora bloccato.

C’è poi il tema del noleggio dei mezzi, che nel 2024 ha registrato un aumento pari al 68%. «Siamo sicuri – si chiedono i consiglieri in conferenza – che sia più vantaggioso noleggiare i mezzi piuttosto che acquistarli una volta per tutti?».

Altra domanda senza risposta riguarda il beneficio dell’ampliamento dei servizi sui comuni limitrofi, che in un anno è fruttato solamente 17 mila euro di utile.

A complicare il quadro, la decadenza dell’amministratore unico.

«L’Asm da oggi ha un management acefalo – ha spiegato ancora Romano – perché l’amministratore unico è decaduto, è retta di fatto dal collegio sindacale e chiediamo il motivo per cui non si vuole affrontare una problematica e non si vuole dare una certezza e una velocità alle nomine dell’Asm, nomine che devono essere manageriali e di una persona sia con esperienze etiche che professionali».

Per l’opposizione servono dunque nomine rapide e di competenza, insieme a un piano industriale di lungo respiro, che doveva essere approvato già a gennaio 2024, ma del quale non si hanno notizie.

«È una situazione grave – la stoccata finale – come tutti i servizi che la città dell’Aquila sta avendo perché al di là degli eventi ci sono dei servizi che vanno tutelati e oggi la città non li sente così tutelati come invece si dovrebbe».