22 Settembre 2025 - 12:05:52

di Redazione

«Pochi libri, prevalentemente di impronta neofascista e sovranista, esclusivamente su temi politici; un numero esiguo di case editrici, nessun coinvolgimento del tessuto culturale locale».

Lo denunciano in una nota Giacomo Pio di AVS L’Aquila e Pierluigi Iannarelli, segretario comunale Sinistra Italiana L’Aquila a proposito del festival L’Aquila città del libro che c’è stato gli scorsi 19 e 20 settembre all’Aquila.

«Nelle giornate del 19, 20 e 21 settembre, si è svolta in città la terza edizione del festival “L’Aquila Città del Libro”, organizzato dall’associazione “Castelli di Carta”. Un evento che in questo anno ha beneficiato di un contributo economico pubblico di 50.000 euro, stanziato dal Comune dell’Aquila ad agosto 2025, a ridosso dell’inizio della manifestazione. Una cifra rilevante, affidata con tempistiche estremamente rapide ad un’associazione senza alcun radicamento sul territorio aquilano, e già nota per la sua esperienza pregressa a Todi, dove ha organizzato l’evento “Todi città del libro” – aggiungono – A Todi, città il cui sindaco era stato eletto in una lista elettorale collegata a CasaPound, partito che esprimeva anche un consigliere comunale di maggioranza, “Castelli di Carta” ha gestito per anni un festival dalla struttura pressoché identica a quello aquilano: contenuti dichiaratamente politici, una forte impronta ideologica di destra, ospiti quasi esclusivamente riconducibili all’area sovranista, e una quasi totale assenza di editoria narrativa o di contenuti letterari nel senso autentico del termine».

«Nel 2021, il festival di Todi fu oggetto di forti proteste civiche e politiche. Oltre 30 associazioni, l’ANPI, la CGIL e centinaia di cittadini firmarono appelli per chiedere il ritiro dei patrocini pubblici. Il festival venne allora definito ‘una finta iniziativa culturale usata per veicolare contenuti politici neofascisti’ – sottolineano gli esponenti di Avs e Si – È inquietante che un’associazione già contestata a Todi per scarsa trasparenza e vicinanze ideologiche all’estrema destra riceva ora lo stesso trattamento privilegiato all’Aquila, con il sostegno della giunta comunale e il patrocinio regionale. Non si tratta di cultura, ma di propaganda di destra revisionista e antistorica mascherata da evento culturale. All’Aquila la storia si ripete, condividendo con l’evento di Todi dei tratti piuttosto simili: una maggioranza politica con un sindaco e una consigliera comunale provenienti da CasaPound; pochi libri, prevalentemente di impronta neofascista e sovranista, esclusivamente su temi politici; un numero esiguo di case editrici, nessun coinvolgimento del tessuto culturale locale – librerie indipendenti, autori del territorio, biblioteche civiche; una sequenza di dibattiti a carattere fortemente propagandistico, di nullo contenuto letterario, con ospiti ben noti per le loro posizioni politiche di parte, malamente diluiti con giornalisti e saggisti non ascrivibili alla destra, inseriti a fini di bilanciamento formale».

«È lecito che risorse pubbliche vengano utilizzate per finanziare manifestazioni che servono da megafono politico a una parte ideologica ben definita (quella del sindaco) mentre il numero di persone che non riescono a vivere dignitosamente o curarsi aumenta quotidianamente? Quali criteri ha seguito l’amministrazione comunale per assegnare la cifra tonda di 50.000 euro a questa associazione? Perché non è stato aperto un bando pubblico, o non sono state quantomeno coinvolte le molteplici realtà culturali già presenti e attive nella nostra città? – si chiedono – Sappiamo già il tenore delle risposte che riceveremo, pertanto siamo pronti a chiedere: l’apertura di un’indagine in Commissione Controllo e Garanzia, per verificare la regolarità e l’opportunità di questa assegnazione; l’impegno del Comune a non concedere ulteriori fondi pubblici nei prossimi anni con le modalità attuali, cioè in assenza di procedure trasparenti e criteri di merito culturale condivisi; la revoca del patrocinio comunale al festival nei prossimi anni, perché dietro il sobrio nome di “L’Aquila Città del Libro” è lecito sospettare che si nasconda, in modo non troppo brillante, la casa editrice di estrema destra Altaforte, e con essa CasaPound e le associazioni satelliti che da essa dipendono. Chiederemo inoltre una interrogazione attraverso il nostro consigliere in Comune».

«E per il futuro, l’impegno nostro sarà quello di garantire un piano di rilancio della cultura aquilana che parta dalle realtà locali: librerie, scuole, scrittori, editori indipendenti, biblioteche e associazioni culturali realmente attive sul territorio – concludono – Perché non è questa l’idea di cultura che abbiamo noi di Alleanza Verdi Sinistra e che dovrebbe appartenere a chi amministra la cosa pubblica. Stando così le prassi, infatti, non osiamo immaginare quale sarà la gestione dei fondi che sono già stanziati in occasione della Capitale Italiana della Cultura 2026. La nostra città merita un’offerta culturale vera, inclusiva, partecipata, che valorizzi il pensiero critico e la libertà, non una vetrina travestita che serve solo a far circolare soldi pubblici in circuiti opachi».