23 Settembre 2025 - 09:11:59

di Redazione

Un punto di vista decisamente critico è quello espresso da Alfonso De Amicis riguardo alle manifestazioni organizzate in occasione dello sciopero indetto per sostenere la popolazione palestinese.

Secondo De Amicis, che si firma come esponente aquilano di lungo corso della sinistra di classe, il centrosinistra italiano e abruzzese avrebbe tentato di sfruttare le piazze per presentarsi come coscienza umanitaria, «non per rafforzare le mobilitazioni né per dare voce alla popolazione di Gaza, ma per svuotarle di significato e trasformarle in passerella».

Le manifestazioni popolari delle ultime settimane, sottolinea De Amicis, mostrerebbero invece la rabbia e la verità dei cittadini, mentre i vertici del centrosinistra avrebbero reagito solo dopo che la situazione in Palestina aveva raggiunto livelli di violenza indicibili.

Secondo l’esponente della sinistra di classe, fino a quel momento il conflitto era stato minimizzato, ridotto a mera lotta al terrorismo, mentre oggi si cerca di apparire come garanti di equilibrio morale. «In realtà – prosegue De Amicis – il centrosinistra ha avuto un comportamento analogo a quello che oggi finge di criticare: silenzio, complicità e subalternità all’imperialismo».

La critica riguarda anche il ricorso ai fatti del 7 ottobre e agli ostaggi israeliani, usati come «scudo» per oscurare la storia più lunga e complessa del conflitto palestinese, che secondo De Amicis parte dalla Nakba, dagli attentati precedenti la nascita dello Stato di Israele e dalla rapina sistematica delle terre palestinesi. Il genocidio in corso, secondo l’esponente aquilano, «non è un incidente della storia, ma il paradigma della mentalità capitalista e imperialista, volta a eliminare popoli e resistenze per aprire spazi a nuovi mercati, speculazioni immobiliari e corridoi energetici». La Palestina rappresenterebbe «l’avamposto più evidente di questa logica globale».

De Amicis critica, infine, il centrosinistra per non aver rotto con la NATO, l’Unione Europea, governi e multinazionali complici del massacro, contrapponendolo all’azione della destra di governo. «La solidarietà alla Palestina non può essere ridotta a un esercizio retorico o a una cornice da passerella. Gaza è il fronte dove si misura la verità delle forze politiche e sindacali del nostro tempo».