23 Settembre 2025 - 17:05:08

di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo, oggi che L’Aquila commemora i suoi Nove Martiri, una lettera scritta dalla pronipote di Fernando della Torre, uno dei nove ragazzi brutalmente uccisi da un plotone nazifascista 82 anni fa.

Anche oggi che vive in Sicilia, il pensiero di Lorella, in questa giornata di commemorazione e memoria, non può non andare a suo zio Fernando e alla storia che, con le sue brutalità, torna ad essere presente.

Caro (pro)zio Fernando,

soprattutto in questo periodo storico penso molto a te, ad Anteo, a Pio, a Francesco, a Berardino, a
Bruno, a Carmine, a Sante e a Giorgio.

Vi immagino nel vostro mondo ultraterreno, ancora giovani, davanti ad un visore ad ologrammi
che vi permette di guardare il “reality” della nostra Terra. Un po’ come si fa quaggiù, quando il
lunedì sera molti si mettono davanti il televisore per vedere un programma che si chiama “Il grande
Fratello”.

Immagino le vostre facce stralunate mentre osservate quello che sta succedendo nel mio mondo, ad
82 anni dal vostro eccidio.

Ed immagino le domande che l’uno rivolge agli altri nel tentativo di capire. E quasi vi sento:

– Francè, perché laggiù continuano con guerre, massacri, eccidi? Non si sono stufati di tanto
odio, dolore, di tutte ‘ste vittime?

– Fernando, perché la Libertà, per la quale stavamo lottando e per la quale ci hanno uccisi, ora è
di nuovo messa a rischio?

– Carmine, ma tu te lo spieghi perché il Paese più democratico, che ha aiutato i nostri Stati
europei a sconfiggere il nazi-fascismo, ora reprime la Libertà di parola , il dissenso e aiuta a
trucidare bambini, donne, uomini allo stremo?

– E tu, Bruno riesci a capire perché in Inghilterra stanno arrestando anche persone anziane, solo
perché manifestano pacificamente contro il genocidio in atto in Palestina o contro la guerra in
Ucraina o per l’aumento delle spese per gli armamenti?

– Hai visto Carmine, anche in Francia, la patria della Libertè Egalitè Fraternitè, il governo vuole
aumentare le spese per le armi, proprio come in tutti i paesi europei, togliendo soldi alle pensioni,
tagliando la Sanità, posti di lavoro.

– Scì, però locu là hanno fatto casino. Na frega assai di Francesi so scesi a fa sciopero e a protestà
de bruttu!!

– E qui in Italia, caro Giorgio, che senso ha punire certe forme di protesta pacifica, come i
bloccare le autostrade, con 7 anni di galera? E perché stanno iniziando con una velata censura, tanto
che certe notizie non le pubblicano?

Immagino il tuo sgomento, caro zio, e vedo sui vostri volti un misto di emozioni: rabbia,
indignazione, incredulità

– Carmine, almeno tu rispondi. Aiutaci a capire perché tutto questo.

– Ma li vedete ?? Sembra che sulla Terra stiano ritornando indietro, come ai nostri tempi.

– Ma possibile che non si accorgano dei rischi che stanno correndo in tutto il mondo??

– Fernà, a mi me pare che Baffò in Russia, Baffetto e jù compare sé, Mussolini, sò ritornati tutti e
3 sulla terra. Allora pure nojatri tenema ritornà pè aiutà sti quatrani a difèndese.

– Ma che dici Anteo?! Come possiamo noi? –

– Si ma checcosa tenema fa, giusto Pì?

– E’ vero, ……. Sante, tè ragiò! Ma cosa????

E ti vedo, caro zio Fernando, sederti d’improvviso a peso morto, come se tutto il male di questa
terra ti avesse nuovamente dato quel pugno nello stomaco. Carmine si tiene la testa tra le mani, scuotendola, come per far ordine nei suoi pensieri ed eliminare la nebbia di questo turbinio di emozioni. Tutti gli altri si guardano tra loro, come pronti a far qualcosa.

Ad un tratto sento la voce di Carmine che a stento trattiene le lacrime e vedo tutta la sua rabbia
nei pugni chiusi:

– Fernà, molti non se ne accorgono perché pensano che quello che hanno, il mondo in cui sono
nati, sarà così per sempre. Perché non hanno vissuto quello che noi abbiamo visto e patito: la
guerra, la povertà, i nostri parenti ed amici che scomparivano solo perché non erano d’accordo con
le ingiuste leggi, i ragazzi come noi chiamati a combattere una guerra decisa da altri e che non sono
mai ritornati a casa. Vi ricordate? Noi, non potevamo nemmeno spostarci liberamente.

Oggi ogni cosa è diversa. I ragazzi della nostra età hanno tutte le libertà che gli abbiamo regalato
con le nostre vite e con le vite di tutti quelli che hanno combattuto per la LIBERTA’ e per la PACE!
E quindi non possono lontanamente pensare né immaginare che quello che noi abbiamo vissuto
possa di nuovo succedere, oggi, anche a loro.

Il nazismo, il fascismo, il comunismo, le dittature, i lager, i campi di concentramento, le leggi
razziali, sono per loro semplici cose del passato, che ormai appartengono solo ai libri di storia. E questo è uno dei tanti inganni a cui molti credono e a cui altri vogliono credere. Pensano che tutto quello che vedono in tv e su quei nuovi aggeggi che tengono sempre in mano, sia come un film d’azione, oppure come qualcosa che non potrà mai succedere a casa loro. E quindi si sentono al sicuro.

– Ma io non capisco una cosa, Carmine. Ma mò che questi tengono ‘sti aggeggi pe’ sapè le cose,
ma non gli bolle il sangue a vedè ‘ste scene di violenza, di guerra? Noi non sapevamo quello che
succedeva veramente a chi veniva preso e deportato. Giravano voci, ma la verità sui lager non la
conoscevamo. Se avessimo avuto ai nostri tempi sti… , come li chiamano?,…. cellulari, le cose
sarebbero andate diversamente. Ci scommetto! –

– Te lo dico io perché non gli bolle il sangue. Perché li sento ogni giorno dire : Ma noi che possiamo
fare? Io che posso fare da solo? Hai capito, Fernà? Gli hanno fatto credere che sono soli e che non
possono fare nulla. E loro ci credono o vogliono crederci.

– Ehi Giorgio, te li ricordi i nostri motti: “tutti per uno ed uno per tutti”? “L’unione fa la forza”?
Questi pensano che sono solo modi di dire e non realtà.
Noi eravamo veramente” tutti per uno ed uno per tutti” sino alla fine. Quando hanno colpito
Umberto, nessuno di noi lo ha abbandonato perché non poteva più camminare, anche se sapevamo
che potevamo rischiare la nostra vita.

– Pì, ma tu pinsi che oi quaicuno lo farria?

– Sci, sta’ friscu!!! Ji sento, ji sento: Ma a mi, chi me lo fa fa’?

– E pò lo scì vistu per gli 80 anni? Addò steano gli aquilani a recordasse de nojatri? C’erano quattro
iatti e solo gli studenti della scola addò ieeno Fernando e Berardino.

– Zitti un po’. Mo’ basta! – sento Bruno dire ad alta voce.

– Io un’idea me la sono fatta. Osservo da tempo le cose di laggiù, perché ho tante domande da
quando ci hanno uccisi e voglio capire un po’ di cose. Non ho le risposte per tutto, ma da quello che vedo, sembra che molti siano come ipnotizzati da questi aggeggi infernali. Poi con questa strana cosa che si chiama Intelligenza Artificiale, che pensa al loro posto, che gli fa pure i compiti, le menti si stanno addormentando. Gli uomini hanno iniziato a non farsi più domande e quindi a non darsi più risposte. Poi mi pare di avere capito che questa diavoleria che dicono “Intelligente” venga utilizzata anche per dire bugie ma talmente credibili che sembrano vere. Non se ne capisce più niente!!!Vabbò, Brù, ma io mò solo a guardare ‘ste scene, vere o non vere, a mi bolle lo sangue, e veramente vorrei ritornare sulla Terra per dare aiuto.

Comunque caro zio, qui nel Mondo reale, c’è gente che ancora crede alla Libertà ed alla Pace, che lotta contro le tirannie presenti in vari angoli della Terra, che custodisce e tramanda i valori del vostro sacrificio. Certo però se poteste darci ancora una mano d’aiuto reincarnandovi, magari insieme a tutti gli altri, magari il prima possibile……

Con immenso affetto,
tua pronipote Lorella

P.s.: se ti fischiano le orecchie è perché tua nipote Paola, mia madre, racconta a tutti la vostra storia per
mantenerne viva la memoria.