24 Settembre 2025 - 15:22:19
di Martina Colabianchi
Un bilancio positivo quello tracciato dal Partito democratico dell’Aquila sulla tre giorni della Festa dell’Unità, svoltasi in una rinnovata Piazza del Teatro.
Tanti gli eventi e i dibattiti che hanno caratterizzato il lungo weekend, dalla sanità, suo principale tema come indicato dalla segretaria nazionale Elly Schlein, sino ai trasporti per poi allargarsi allo scenario internazionale con i conflitti in corso e quanto sta accadendo a Gaza. Il tutto, condito poi da serate musicali che hanno visto una grande partecipazione di giovani.
«Un altro modo di fare cultura è possibile, di fare politica è possibile, senza spendere cifre esorbitanti, ma provando a fare cultura dal basso e a riportare il dibattito in mezzo alle cittadine e ai cittadini – commenta il segretario Pd cittadino Nello Avellani -. Noi crediamo nella partecipazione, che il confronto sia fondamentale. Crediamo che, in questa città, gli spazi di partecipazione si siano sempre più ridotti, soffocati da questa amministrazione. Penso al Festival della Partecipazione e ai consigli territoriali di partecipazione cancellati. Noi vogliamo restituire un luogo dove discutere, e questa festa è stata una scelta coraggiosa che è stata premiata».
Centrale, e non a caso, la scelta di Piazza del Teatro quale location per lo svolgimento della Festa, che ha riportato il dibattito politico, e non solo, al centro di una città ancora in ricostruzione.
«È una location che noi abbiamo voluto perché è nel pieno cuore del centro storico, è una piazza molto importante dove, negli anni passati, si era fatta politica, si era fatta cultura, e che oggi racconta delle contraddizioni di una città che ha un asse centrale magnificamente pavimentato, con delle bellissime vetrine, ma subito ai lati ci sono luoghi ancora da illuminare».
Così ancora Avellani, che traccia poi un quadro delle criticità ancora ben visibili in città, criticità da cui ripartire per la costruzione di un’alternativa politica:
«Piazza del Teatro, con il teatro ancora chiuso a pochi mesi da Capitale italiana della Cultura, con la De Amicis ancora cantiere e alla ricerca di una vocazione, crediamo che rappresenti un’immagine di quello che ancora manca, di quello che ancora c’è da fare in questa città».