26 Settembre 2025 - 17:53:03

di Martina Colabianchi

È stato disposto il rinvio a giudizio per Andrea Leombruni, il 57enne di San Benedetto dei Marsi, accusato di aver ucciso a fucilate l’orsa Amarena, uno dei simboli del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

La prima udienza dibattimentale è in programma il prossimo 19 gennaio.

È stato riavviato, così, un processo che era stato interrotto per un vizio procedurale. Sono 48, in tutto, le parti civili ammesse nel processo tra enti e associazioni animaliste. Tra queste, c’è anche il Comune di Villalago, difeso dall’avvocato Domenico Ciancarelli, unico ente comunale costituitosi parte civile.

Era il 31 agosto 2023 quando Amarena, uno degli esemplari più conosciuti e amati di orso bruno marsicano, fu colpita a fucilate nei pressi di San Benedetto dei Marsi, davanti alla stessa abitazione dell’imputato.

«Una ferita profonda per la conservazione della specie, che oggi conta appena 50-60 individui in tutto l’Appennino – dichiara Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo -. Il WWF Italia, insieme ad altre associazioni, si è costituito parte civile nel processo per ribadire l’estrema gravità di quanto accaduto. L’uccisione di Amarena è un reato che non può essere dimenticato. Dobbiamo trasformare questo dolore in un impegno concreto per il futuro dell’orso marsicano».

La sua morte, per il WWF, ricorda quanto sia urgente rafforzare la convivenza tra uomo e orso: ridurre drasticamente le cause di mortalità legate all’uomo, favorire l’espansione naturale della specie e costruire una cultura di rispetto attraverso l’informazione e il dialogo con le comunità locali.

«Amarena rimarrà un simbolo del nostro impegno – conclude Filomena Ricci – Ogni passo che faremo per proteggere la specie sarà anche un modo per non dimenticarla».

Sul tema è intervenuto anche Gian Marco Prampolini, presidente di LEAL, il quale ha commentato:

«Abbiamo seguito la notizia e l’uccisione di Amarena e seguito l’iter processuale come parte in causa e chiediamo una condanna senza attenuanti e l’adozione di misure efficaci per prevenire il ripetersi di questi crimini, che rappresentano un’offesa gravissima non solo alla fauna selvatica e l’ambiente ma a tutta la società. LEAL continuerà a monitorare attentamente il procedimento giudiziario e a chiedere azioni concrete per proteggere la fauna e difendere il rispetto delle leggi ambientali, affinché il caso di Amarena resti un monito e non un episodio destinato a ripetersi».