08 Ottobre 2025 - 11:44:44

di Tommaso Cotellessa

È arrivato questa mattina il pronunciamento del Gip Marco Billi in merito all’inchiesta che, da circa un anno, aveva scosso il reparto di oncologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.
Il giudice ha infatti dichiarato inammissibile l’opposizione all’archiviazione presentata dal professor Luciano Mutti, anch’egli iscritto nel registro degli indagati.

Mutti, primario di oncologia, aveva infatti  puntato il dito contro il collega di ateneo Enrico Ricevuto, responsabile dell’oncologia territoriale e suo predecessore, sostenendo che si fosse reso responsabile dell’impartizione di terapie chemioterapiche fuori protocollo. Tuttavia il per l’inchiesta è stata decisa l’archiviazione e la restituzione degli atti al Pubblico Ministero

Alla base della decisione del Gip, innanzitutto, il fatto che Mutti non rientra tra le persone offese dall’eventuale reato oggetto dell’indagine. Ma il pronunciamento è stato motivato anche da ragioni di merito: secondo il giudice, gli elementi raccolti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna nei confronti di nessuno degli indagati.

Determinante, in questo senso, è risultata la consulenza tecnica del Pubblico Ministero, che ha evidenziato alcune criticità nelle condotte dei sanitari in relazione a taluni pazienti poi deceduti — in particolare Vicaretti e Rinna — ma senza che fosse possibile accertare un nesso causale diretto tra i comportamenti contestati e il decesso dei pazienti.

Dalla relazione tecnica è emerso che, pur in presenza di situazioni cliniche “critiche”, i consulenti non hanno potuto quantificare con certezza la riduzione del periodo di sopravvivenza attribuibile alle terapie effettivamente somministrate.
Il giudice ha sottolineato che un’affermazione generica secondo cui le condotte dei sanitari avrebbero ridotto la sopravvivenza dei pazienti non soddisfa i requisiti necessari per accertare il nesso eziologico tra l’eventuale condotta colposa e il decesso, “con alto grado di probabilità logica e in assenza di decorsi causali alternativi”.

Alla luce di tali valutazioni, il Gip ha accolto la richiesta di archiviazione del procedimento e disposto la restituzione degli atti al Pubblico Ministero, precisando che la vicenda potrà eventualmente avere rilievo solo in sede civile.