12 Ottobre 2025 - 12:21:52

di Tommaso Cotellessa

L’Abruzzo si colloca in una fascia di rischio medio-basso per la ludopatia, secondo un nuovo studio condotto da Imco, che per la prima volta ha elaborato un indice regionale di rischio basato su dati ufficiali provenienti da Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ministero della Salute e Federconsumatori.

L’indice è costruito su parametri oggettivi, tra cui spesa pro capite, prevalenza dei disturbi da gioco d’azzardo patologico (GAP), accessibilità ai punti di gioco e interventi di prevenzione attivati sul territorio. I risultati evidenziano un’Italia “a più velocità”: regioni come Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia emergono con rischio alto, mentre Molise, Basilicata e Valle d’Aosta si collocano nelle fasce più basse.

L’Abruzzo registra un indice di rischio pari a 0,63, con spesa pro capite di 700 euro, una prevalenza GAP dell’1,4% e 230 punti di gioco ogni 100mila abitanti. Le 14 strutture regionali dedicate agli interventi di prevenzione garantiscono un presidio coerente con la dimensione della regione.
Pur risultando inferiore rispetto alle aree meridionali più esposte, la densità di punti gioco resta intermedia, superiore a regioni come Basilicata e Molise, e proprio questo fattore, insieme alla crescita del gioco online, rappresenta un elemento di attenzione per le autorità e le famiglie.

«La lettura dei dati consente di comprendere meglio i fattori che concorrono a determinare le diverse esposizioni al rischio e mette in evidenza come prevenzione e supporto possano avere un ruolo importante nel contenerne gli effetti – spiega Claudio Poggi, esperto di Imco – In definitiva, il gioco resta una realtà radicata e complessa: affrontarlo con responsabilità, sia da parte dei singoli che delle istituzioni, è necessario per mantenerlo entro i confini di un’attività consapevole e sicura».

Lo studio evidenzia inoltre come la diffusione della rete fisica di gioco e la relativa accessibilità siano correlate al rischio di sviluppare comportamenti problematici, confermando che misure di prevenzione e politiche mirate restano strumenti fondamentali per tutelare la popolazione, in particolare i giovani e le fasce più vulnerabili.