14 Ottobre 2025 - 16:54:49
di Martina Colabianchi
La Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia ha ospitato un importante evento dedicato al Progetto Aree Interne, un’iniziativa promossa da Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Culturali) per conto di Unioncamere e Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste).
Isnart, nel corso dell’evento, ha presentato un approfondimento sui principali dati e scenari legati allo sviluppo turistico ed economico delle aree interne italiane, con un focus specifico sulla Valle Subequana.
«Il rapporto si concentra sull’analisi dei risultati delle aree interne in Abruzzo, in particolare parliamo della valle Subequana, una delle sette aree interne individuate in Abruzzo – spiega Alessandro Paglia, ricercatore di Insart -. Le aree interne sono particolarmente fragili per una serie di motivi, perché si trovano in ambito montano, perché sono costituite da piccoli centri lontano da poli attrattivi più grandi e, di conseguenza, si trovano in maggiore difficoltà rispetto alle potenzialità di accesso sia ai servizi, sia alle opportunità di lavoro e di sviluppo».
Sono sette le aree progetto individuate dal rapporto, che racchiudono in tutto 28 Comuni. Se in alcuni ambiti, come quello che fa riferimento alla presenza di imprese agricole, le nostre aree interne presentano valori anche di molto al di sopra della media, molto c’è ancora da fare per quanto concerne la valorizzazione turistica di queste zone, insieme all’accesso ai servizi di base.
«Ci siamo concentrati sull’analisi del fenomeno turistico dove emerge un potenziale ancora largamente inespresso. Ci sono ampi margini di miglioramento su cui occorre lavorare per valorizzare un’area che è di indubbio valore e che, però, rispetto ad altre aree d’Abruzzo, necessita ancora di investimenti e capacità di sviluppo».
Basta considerare il tasso di occupazione dei posti letto che nella Valle Subequana è pari al 5,5%, dato significativamente inferiore sia rispetto a quello del totale delle Aree Interne (16,4%) che a quello del resto del Paese (24,4%), così come quello della densità ricettiva che è pari a 2,4 (82° posto in graduatoria) e della pressione turistica (59° posto in graduatoria).
Ci sono però valori decisamente positivi, e in alcuni casi al di sopra delle medie nazionali e regionali, per quanto riguarda l’imprenditoria femminile e giovanile. «È vero, quindi, che ci sono fenomeni di spopolamento, ma è anche vero che c’è una risposta del tessuto imprenditoriale – commenta Paglia -. Occorre il sostegno al terzo settore, all’associazionismo e, soprattutto, a chi vuole intraprendere ed innovare nei settori dei servizi e del turismo».