18 Settembre 2023 - 10:20:39
di Tommaso Cotellessa
La botanica Daniela Tinti, con il suo racconto appassionato dedicato alla rara ginestra genista pulchella, e la geologa Adele Garzarella, che ha acceso i riflettori sulla Linea Gustav e i partigiani della brigata Majella. Sono loro le due vincitrici, ex aequo, della seconda edizione di S.t.a.n., talent show ideato e organizzato dall’associazione Tratturo Magno 101 A.P.S, con il patrocinio del Touring Club Italiano e Comune di Caporciano.
In una gremita chiesa tratturale di Santa Maria de’ Centurelli a Caporciano, sull’altopiano di Navelli, in provincia dell’Aquila, a misurarsi sono stati 12 concorrenti, che con solo 3 minuti a disposizione, hanno illustrato il tema da loro proposto riguardante l’Abruzzo, i suoi luoghi, le sue storie, i suoi personaggi, condividendo il proprio sapere cercando di coinvolgere il pubblico e lasciando il desiderio di approfondire.
A decretare le due vincitrici, la giuria composta da Guido Barlozzetti, giornalista Rai, autore e presentatore, Piero Gaffuri, ex manager e scrittore e la giornalista Clelia Arduini, collaboratrice della rivista Touring.
A condurre la serata Andrea Portante, organizzatore dell’evento, console Touring Club per l’Aquilano e presidente Tratturo Magno 101 A.P.S, assieme a Patryk Kalinski.
“Siamo molto soddisfatti del successo anche di questa seconda edizione – commenta Portante -, e riteniamo sia riuscito anche il tentativo di celebrare l’evento a metà settembre, e non a metà agosto come l’anno scorso, in un’ottica di destagionalizzazione degli eventi culturali e dell’offerta turistica. Le proposte e i concorrenti sono poi arrivati da un bacino geografico più ampio del semplice circondario di Caporciano, e questo lo ritengo indicativo della crescita di Stan. Tra i nuovi progetti c’è quello di dedicare una sezione a contributi video in inglese proposti da discendenti di emigranti abruzzesi, che spesso tornano alla ricerca delle radici, e agli stranieri che hanno fatto dell’Abruzzo la loro nuova casa. Colgo l’occasione per ringraziare tutto lo staff e in particolare il sindaco di Caporciano, Alessandro Permetta, per il convinto sostegno dato all’iniziativa”.
Quest’anno ci sarà anche un premio del pubblico, sulla base delle visualizzazioni di ogni intervento, che diverrà un video caricato sul canale Youtube dell’associazione.
Qui di seguito in sintesi tutti gli interventi e relativi concorrenti, a cominciare dalle due vincitrici.
“Alle fine conserveremo solo ciò che amiamo“; ha ammonito Daniela Tinti botanica del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, e che si batte per la tutela della rarissima genista puchella, “per gli amici, ginestra aquilana”, visto che una sua sub specie endemica è esclusiva del Gran Sasso, di cui è stato uno degli scopritori il botanico Fabio Conti dell’Università di Camerino nel 2005. Messa a rischio dagli incendi come quello dell’alto Aterno dell’estate 2020.
Adele Garzarella, ricercatrice alla facoltà di Geologia dell’Università D’Annunzio, membro della Commissione “Geoparco della Majella”, esperta nel campo della geologia militare, ha ricordato quando l’Abruzzo si trovò attraversato dalla linea Gustav, dal fiume Sangro, su per la Maiella fino a Montecassino e oltre, il dramma delle persone che si ritrovarono tra due fuochi e i nazisti fuori la porta casa, chi infine eroicamente non scelsero la sottomissione e la passività, ma la libertà e la dignità diventando partigiani nelle loro montagne profanate.
Con “Acque nella gola, il caso Bussi“, Gisella Orsini, scrittrice e sceneggiatrice, autrice del romanzo “Veleno nelle Gole”, appassionata di cinema e arte, ha acceso i riflettori sulla megadiscarica dei veleni lungo il meraviglioso fiume Tirino, làscito del polo chimico di Bussi, e che hanno contaminato anche le falde, puntando il dito contro chi in passato, tra abitanti, amministratori, manager e operai si voltarono dall’altra parte, affamati di lavoro e sviluppo, ad un prezzo però inaccettabile.
L’archeologa e tessitrice Assunta Perilli ha parlato della “prebbennera”, “scarciolla”, o “saccoccia”, ovvero la tasca che si legava in vita come un grembiule, nascosta però sotto la gonna alla quale si accedeva attraversa la “sportella” della gonna stessa, e dove la suocera, unico componente del nucleo familiare con il sacrosanto diritto di indossarla, custodiva la chiave dell’arca, la cassaforte dei generi alimentari, a testimoniare che in realtà la gestione dell’economia domestica fosse nella civiltà contadina, nelle mani di una donna.
ll giornalista e scrittore Giustino Parisse ha ricordato la figura di padre Onorato, al secolo Vincenzo Priore, di Caporciano. Il “frate volante”, perchè in gioventù fu pilota di aerei da guerra, impegnato nella conquista fascista della Somalia a bombardare le navi inglesi nel golfo di Aden, vivo per miracolo dopo che il suo velivolo fu abbattuto, dunque prigioniero in India, infine frate cappuccino dopo il suo ritorno in Abruzzo, e che nel giorno dell’Immacolata lanciava fiori e non più bombe dagli aerei e fu tra i primi e convinti fautori della realizzazione dell’aeroporto di Preturo.
L’apogeo e la disfatta di Fortebraccio da Montone, signore di Perugia, ambizioso condottiero con al soldo un forte esercito di mercenari e micidiali bombarde. A 600 anni dall’assedio dell’Aquila, dove Braccio trovò la disfatta e la morte, a ricordare questa tragica figura storica è stato Dino Di Vincenzo, architetto della Soprintendenza d’Abruzzo, già direttore regionale dei Beni Culturali.
L’intervento di Mario Sala, appassionato di storia e turismo, ha acceso i riflettori su l’apparato scultoreo della scalinata di palazzo Vetoli a Scurcola marsicana, realizzato da Arturo Martini, grande scultore futurista, le cui opere furono “rubate” dal mentore statunitense Maurice Sterne, firmate come sue creazioni, e l’esempio più noto è il Monumento dei pionieri del New England.
La biodiversità del fiume Tirino, è stato il tema scelto da Christian Moscone, biologo, educatore ambientale e presidente della Cooperativa Il Bosso, con particolare attenzione al ruolo prezioso delle larve di insetti e crostacei, che sono alla base della catena alimentare del fiume,e la prova scientifica della purezza della sua acqua che sgorga da tante piccole sorgenti.
Sulle bordure della strade la piantaggine non è una erbaccia infestante, ma una preziosa pianta dalle cento virtù, questo ha inteso spiegare la chef Letizia Cucchiella, svelando i tanti usi in cucina e le proprietà curative, anche per lenire il dolore ai piedi dei viandanti e dei transumanti.
L’insegnante e guida turistica Ida D’Alonzo ha rievocato la leggenda secondo la quale il duomo di San Leucio ad Atessa dell’anno Mille, sorge, sui resti di una grotta, con un cunicolo che attraversava tutto l’Abruzzo, abitata da un terribile drago, ucciso dal santo, e di cui resta la grande costola fossile contenuta in una teca di vetro, di circa due metri di lunghezza.
In “Debunking Padre Santucci”, Gildo Papaoli, manager ex petrolifero, ha sfatato la vulgata secondo la quale i preziosi bulbi di zafferano arrivarono sull’altopiano di Navelli trafugati dalla Spagna dal gesuita padre Santucci, a favore invece dell’ipotesi che la coltura fu piuttosto introdotta da Javier Hortensio Valles, agronomo del re di Aragona Giacomo II Il Giusto.
In “Avventure di un povero guidista”, Paolo Merlini, giornalista, scrittore, coautore delle guide verdi del Touring Club italiano, ha parlato del lo strano mestiere del realizzatore di guide turistiche, ricordando che tra gli illustri guidisti nel 1948 c’è stato anche Ignazio Silone che donò il suo testo, “La terra e la Gente”, alla prima guida Touring Club Italiano su Abruzzo e Molise.