17 Ottobre 2025 - 10:39:50

di Tommaso Cotellessa

Hanno generato una vera e propria ondata di indignazione le parole pronunciate nel corso di una trasmissione televisiva dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, il quale, intervistato da Giovanni Floris, ha definito la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni una “cortigiana di Trump”.

L’accezione sessista del termine utilizzato da Landini è stata immediatamente denunciata dal conduttore della trasmissione, che ha prontamente invitato segretario della camera del lavoro a chiarire cosa intendesse con un termine che è apparso infelice e inadatto visto il peculiare significato che ha assunto nel corso dei secoli nella lingua italiana. Incalzato dal giornalista Landini ha spiegato l’intenzione con cui aveva utilizzato il termine, tuttavia, nonostante il chiarimento, il messaggio lanciato dal segretario del primo sindacato italiano ha generato lo sdegno di numerosi esponenti politici.

Tra i primi ad intervenire sulle parole di Landini è stata la stessa Giorgia Meloni che sui suoi social ha pubblicato una dicitura del significato che la parola “cortigiana” assume nella lingua italiana e ha commentato la vicenda scrivendo:

«Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, evidentemente obnubilato da un rancore montante (che comprendo), mi definisce in televisione una “cortigiana”. Penso che tutti conoscano il significato più comune attribuito a questa parola, ma, a beneficio di chi non lo sapesse, ne pubblico la prima definizione che si trova facendo una rapida ricerca su Internet. Ed ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta».

Alle parole della Presidente del Consiglio è seguito un imponente moto di solidarietà, in particolare dagli esponenti del centro destra.

Uno dei primi abruzzesi ad intervenire sulla vicenda è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia: «Le parole di Maurizio Landini contro il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sono gravi e indegne del ruolo che ricopre. Invece di insultare, dovrebbe occuparsi dei problemi reali dei lavoratori. Meloni guida il Paese con serietà e coraggio, mentre certa sinistra si rifugia ancora nella provocazione sterile. Fratelli d’Italia è al fianco del Premier e dei cittadini, non dei mestatori da salotto».

Anche i parlamentari abruzzesi di Fratelli d’Italia, Guido Liris, Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa, in una nota congiunta hanno espresso solidarietà alla Presidente del Consiglio:

«Le dichiarazioni di Maurizio Landini rappresentano un uso improprio del ruolo sindacale e un attacco politico frontale, del tutto inaccettabile per chi dovrebbe tutelare i lavoratori e non strumentalizzarli. Invece di alimentare tensioni e scontri ideologici, il segretario della Cgil dovrebbe concentrarsi sui veri problemi del Paese: il lavoro, la sicurezza, la produttività e il sostegno alle imprese. Fratelli d’Italia e il governo Meloni stanno lavorando con responsabilità e serietà per rispondere alle esigenze concrete degli italiani, non per fare propaganda. Le uscite di Landini, ancora una volta, dimostrano quanto certa sinistra sindacale sia rimasta ancorata a vecchi schemi che nulla hanno a che vedere con la realtà e con il futuro dell’Italia».

Piena solidarietà è stata espressa anche dagli esponenti di Fdi Chieti ed in particolare dalla consigliera comunale teatina , Carla Di Biase, la quale ha definito le parole di Landini come «Un atto da condannare in quanto lesivo della dignità di una donna che è impegnata quotidianamente nella politica e nelle istituzioni. Tale comportamento – scrive ancora Di Biase – è la prova di come, nell’anno di grazia 2025, sia ancora diffusa la mentalità maschilista secondo cui quando è una donna a rappresentare certi ruoli, sia permesso di attaccarla sull’aspetto fisico e non sulle competenze. Restano amarezza e profonda tristezza per l’attribuzione di ‘cortigiana’ rivolta al Premier Meloni, segno che abbiamo ancora tanta strada da fare per raggiungere, in politica come nella società, una cultura basata sul rispetto della persona e su una autentica parità di genere».

Ad intervenire anche la coordinatrice aquilana di Fratelli d’Italia, Daniela Ianni, per la quale le parole pronunciate da Maurizio Landini rappresentano un’offesa inaccettabile, non solo verso una donna, ma verso l’intera istituzione che lei rappresenta.

«Esprimo la più ferma condanna e la più assoluta lontananza da questo linguaggio che nulla ha a che fare con il confronto democratico e civile. La politica può e deve essere ferma nelle idee, ma mai scadere nella volgarità o nella mancanza di rispetto. Sono certa di interpretare il sentimento di tutte le donne e gli uomini di Fratelli d’Italia L’Aquila, che nella nostra Presidente riconoscono un esempio di coraggio, competenza e dignità al servizio dell’Italia».

Dello stesso avviso anche l’assessore alle Pari Opportunità del Comune dell’Aquila, Ersilia Lancia, che definisce quanto accaduto come “un fatto gravissimo e inaccettabile sul piano del rispetto personale e istituzionale.

«Offendere una donna impegnata nelle più alte responsabilità dello Stato – scrive l’assessore Lancia – significa colpire il valore stesso della rappresentanza e della partecipazione femminile alla vita democratica. Come assessore alle Pari Opportunità del Comune dell’Aquila, voglio esprimere grande solidarietà alla presidente Meloni, vittima di un linguaggio che nulla ha a che fare col confronto politico, coi contenuti e le argomentazioni e scade rovinosamente nel turpiloquio e nel linguaggio sessista. Chi riveste ruoli di rilievo pubblico, tanto più se rappresentante di lavoratrici e lavoratori ,come nel caso di Landini, dovrebbe promuovere nei fatti la cultura del rispetto poiché episodi del genere minano la credibilità delle istituzioni, pregiudicando grandemente la cultura dei diritti. Mi auguro quindi che tutte le forze politiche e sociali sentano l’urgenza di esprimere condanna unanime, riaffermando che il rispetto della dignità delle donne non è un principio negoziabile né di parte ma un valore che appartiene all’intera comunità democratica».

Piena solidarietà alla Presidente del Consiglio è stata espressa anche dall’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, che ha affidato ad una nota la sua indignazione per quanto accaduto e la sua vicinanza a Giorgia Meloni

«Come donna e come rappresentante delle istituzioni, esprimo la mia solidarietà al nostro Presidente Giorgia Meloni, vittima della solita politica doppiopesista della sinistra che da decenni, a parole, parla di rispetto delle donne, salvo poi, nei fatti, utilizzare appellativi beceri e offensivi nei confronti delle donne che non fanno parte del loro schieramento».

Piena solidarietà a Giorgia Meloni anche dalla presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, Rosa Pestilli, la quale ha condannato l’uso di un linguaggio offensivo e inaccettabile nei confronti delle donne. «È fondamentale – scrive Pestilli – promuovere un dibattito politico rispettoso e costruttivo, evitando insulti e offese personali. Le donne meritano rispetto e dignità in ogni contesto” sottolinea Pestilli, richiamando “ad una responsabilità collettiva che deve segnare il linguaggio nel dibattito pubblico che, pur nelle diverse posizioni politiche, non può non garantire il rispetto delle donne e delle istituzioni che rappresentano». Sull’episodio è intervenuto anche il commissario della CPO, Alessandro Ortolano, vicepresidente della sottocommissione sociosanitaria. «Nel contesto attuale nel quale le donne lottano ancora per essere giudicate sui meriti professionali e non sul genere – commenta – utilizzare quel termine, che offende ed umilia una donna e figura istituzionale del nostro Paese, rappresenta un passo indietro pericoloso. Come componente maschile della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, mi trovo costretto a esprimere una profonda preoccupazione e una ferma condanna per le recenti dichiarazioni espresse nei confronti del presidente Giorgia Meloni. È un retaggio culturale che perpetua stereotipi tossici, ed è quindi inaccettabile. Pertanto – conclude – mi sento in dovere di sottolineare che è soprattutto compito di noi uomini, denunciare questi meccanismi, così da smantellarli».

«La verità è che c’è ancora tantissimo da fare e su cui lavorare per modificare un retaggio culturale che cambi il tenore del linguaggio pubblico in generale” prosegue infine Pestilli “perché tutti intervengono sul caso singolo nel momento in cui accade, ma il problema è radicato nella nostra società, richiamerei quindi l’attenzione sull’impegno all’utilizzo di un nuovo e più corretto linguaggio verbale in ogni contesto pubblico e privato».