23 Ottobre 2025 - 10:08:01
di Redazione
Il 26 ottobre alle ore 20:30, al Cinema Zeta dell’Aquila, nell’ambito della Rassegna delle Giornate del Cinema Aquilano, con il sostegno e la partecipazione di operatori sociali, esperti del settore e giovani migranti, sarà riproiettato il documentario realizzato da Gabriele Ferrara.
L’ingresso è gratuito.
«Il documentario affronta in modo diretto e rispettoso, la condizione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) accolti nel territorio aquilano – racconta Ferrara –Sono giovani che arrivano da percorsi segnati da traumi e fragilità, spesso sospesi in una zona grigia tra adolescenza e vita adulta. Alcuni riescono, al compimento del diciottesimo anno, a portare avanti il loro percorso verso l’integrazione e l’autonomia. Altri, purtroppo, si ritrovano alla maggiore età fuori da ogni sistema di supporto, scivolando in situazioni di marginalità, di irregolarità, di devianza e isolamento sociale».
«Una parte di questi giovani diventa facile bersaglio della criminalità: ghetti invisibili, sfruttamento come manodopera a basso costo, coinvolgimento in microcriminalità e spaccio di droga – aggiunge – Gli episodi recenti di violenza che vede al centro delle cronache giovani migranti avvenuti in città, non sono casi isolati, ma segnali di un disagio più profondo che necessita risposte serie e strutturate. Il documentario racconta 3 realtà: chi vuole integrarsi e lotta per farcela, chi rifiuta ogni regola e sceglie la devianza, e chi potrebbe salvarsi, ma viene lasciato da solo. Mentre il confine tra inclusione e marginalità si fa sempre più sottile».
Tra gli interventi all’interno del documentario, anche quello del Prof. Enrico Perilli, presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi d’Abruzzo, che ha offerto una preziosa riflessione sul tema del trauma e del secondo trauma, vissuto dai giovani migranti.
Il documentario porta all’attenzione il raggiungimento della maggiore età, quando i percorsi di tutela e di accoglienza si interrompono improvvisamente e fa emergere un punto cruciale, «ovvero di non permetterci di abbandonare una parte di questi giovani al compimento dei 18 anni».
«È proprio lì che si gioca la possibilità di completare il loro percorso educativo, formativo e umano. Serve un accompagnamento graduale, con strumenti come semi-autonomia monitorata, cohousing sociale, percorsi di educativa di strada, formazioni brevi e concrete, sportelli di ascolto e centri di aggregazione giovanile», prosegue.
Dopo la proiezione, seguirà un momento di confronto con alcuni dei protagonisti del progetto e con i professionisti coinvolti. L’obiettivo non è solo mostrare una realtà, ma aprire un dialogo vero su ciò che possiamo fare insieme per rispondere in modo più efficace a queste sfide.
L’ingresso è gratuito, con l’augurio che questo lavoro possa essere un’occasione non solo di visione, ma anche di partecipazione attiva.
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