24 Ottobre 2025 - 18:53:06
di Vanni Biordi
Nella storica sede del Partito Democratico in via Paganica 3 a L’Aquila, si è tenuto un commosso momento di ricordo per Franco Cicerone, figura rilevante della sinistra aquilana e abruzzese.
La scelta della sede non è casuale: quell’immobile, che ha accolto per decenni le attività del Partito Comunista Italiano e dei successivi schieramenti della sinistra, rappresenta idealmente e materialmente la memoria di una stagione politica ormai lontana ma ancora viva.
Franco Cicerone è nato il 12 febbraio 1940 a L’Aquila. Entrato giovanissimo nella militanza nel PCI, ha ricoperto ruoli istituzionali significativi: consigliere regionale dell’Abruzzo per tre legislature consecutive, dal 1975 al 1987, deputato alla Camera dal 1987 al 1992.
Nel corso della sua carriera è stato apprezzato come esempio di politico “gentiluomo”: integrità, coerenza, servizio alla comunità sono state le sue caratteristiche più citate.
La sua militanza nel PCI, poi nel PDS, è stata sempre accompagnata da un forte senso di appartenenza territoriale e dalla difesa delle istituzioni democratiche.

Il voler ricordare Franco Cicerone proprio nella sede di via Paganica 3 non è solo logistica. Quell’immobile rappresenta un pezzo di storia della sinistra aquilana: dagli anni Sessanta ospitò infatti la Federazione del PCI, per poi accogliere il PDS e i Democratici di Sinistra prima della fusione nel PD.
Alla fine del XX secolo e nei primi anni del XXI, via Paganica 3 è stata un punto di riferimento politico e associativo per generazioni di militanti. In questo senso, il ricordo si è svolto in un contesto che da sempre ha visto Franco Cicerone attivo.
L’evento è stato pensato non solo come doveroso omaggio, ma come occasione di riflessione sul ruolo della politica oggi, sul cambiamento delle stagioni politiche e sul valore dell’impegno civile.
Alla cerimonia hanno partecipato esponenti del PD locale e regionale, amici e compagni di viaggio di Cicerone ma soprattutto esponenti della Fondazione Abruzzo Riforme, erede del patrimonio immobiliare del PCI ed è diventata un’istituzione culturale riconosciuta dal ministero della Cultura e depositaria dell’archivio storico della sinistra abruzzese, consultabile anche online. Numerosi interventi hanno sottolineato come la sua esperienza costituisca un modello ancora utile per le nuove generazioni.
È stato evidenziato come Cicerone abbia saputo unire idealmente la tradizione del PCI con le esigenze della modernità, conservando però quello spirito di servizio che rende la politica “utile” alla comunità.
In una nota, ad esempio, è stato dichiarato: «Con Franco Cicerone scompare un pezzo importante della vita politica de L’Aquila, la sua militanza nel PCI, poi nel PDS, è stata caratterizzata sempre dalla grande attenzione per il territorio e per le persone».
L’Aquila e l’Abruzzo vivono quotidianamente le conseguenze di scelte politiche, sociali e istituzionali: ristrutturazione urbana, ricostruzione post-sismica, coesione territoriale. In questo quadro, la testimonianza di Cicerone appare più attuale che mai.
Il fatto che la commemorazione si sia tenuta nella sede del PD in via Paganica segnala la volontà di tenere vivo un filone di impegno politico che non è mera nostalgia di “tempi passati”, ma base per una riflessione sul “fare” politica oggi, sul radicamento nel territorio, sulla responsabilità pubblica, sulla trasparenza e onestà del comportarsi istituzionale.
In un tempo in cui la partecipazione politica è spesso descritta come disaffezionata o superficiale, ricordare figure come Franco Cicerone significa anche chiedersi: che cosa significa davvero “essere al servizio della comunità”? Quali valori resistono? Quali lezioni possiamo trarre?
La cerimonia in via Paganica è stata gesto di memoria e di impegno. Tra le storiche mura della sinistra aquilana, rivive la figura di un uomo che ha attraversato una lunga stagione politica e che continua a parlare al presente.
La speranza è che il ricordo di Franco Cicerone non resti solo nella commemorazione, ma si traduca in ispirazione per chi oggi, dentro e fuori i partiti, vuole impegnarsi seriamente per la propria terra, per le istituzioni, per la comunità. Perché come spesso si è detto durante l’incontro: «la buona politica non è quella che urla di più, ma quella che lavora di più».
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