27 Ottobre 2025 - 10:30:22

di Tommaso Cotellessa

Prosegue in provincia dell’Aquila il percorso preparatorio verso la Cop 30, la Conference of Parties, ovvero la Conferenza delle parti delle Nazioni Unite che ogni anno riunisce i rappresentanti di tutti i Paesi per discutere delle strategie necessarie per ridurre le emissioni di gas serra e limitare, in applicazione dell’Accordo di Parigi del 2015, il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali. 

L’appuntamento con la Cop è fissato dal 10 al 21 novembre a Belem in Brasile, tuttavia non si tratta di un appuntamento isolato, ma piuttosto di un confronto all’interno del quale i delegati saranno chiamati a portare le istanze dei propri territori e rappresentarle nel contesto internazionale. Proprio per questo motivo si terrà a Sulmona mercoledì 29 ottobre, alle 18:00 , nella sala della Cgil (vico del Vecchio) un incontro pubblico sui cambiamenti climatici e le loro conseguenze sulla salute, sugli ecosistemi e sull’economia, a cui prenderanno parte i tre abruzzesi  che prenderanno parte alla COP 30, Renato Di Nicola, Emanuele Amadio e Claudia Terra.

I rappresentanti abruzzesi faranno parte della delegazione italiana composta da persone provenienti da territori in lotta contro le devastazioni ambientali e sociali e impegnati nella difesa del principio che acqua e terra sono beni comuni essenziali, e non merci da sfruttare per inquinare e produrre profitti.

Il Coordinamento per il clima fuori dal fossile, fra gli organizzatori dell’evento, fa notare quanto sia importante parlare di queste tematiche nel territorio abruzzese, anche in vista del fatto che disastri ambientali rischiano di avvenire anche fra la nostra vegetazione e le nostre città. A questo si aggiunge un clima internazionale che non aiuta:

«L’ Accordo di Parigi – scrivono gli attivisti – è sotto attacco attraverso la ripresa del negazionismo climatico, che vede tra gli attori principali il presidente USA Donal Trump, e la messa in discussione del Green Deal europeo da parte di potenti lobby economiche e finanziarie che stanno rilanciando gli investimenti nelle fonti fossili, con il sostegno di diversi governi, tra cui quello italiano. Mentre chiude il rubinetto del gas dalla Russia l’Unione Europea si obbliga ad acquistare gas liquido (GNL) e armi dagli Stati Uniti, nell’ambito di un folle piano di riarmo che costerà 6.800 miliardi per 10 anni, 1500 euro l’anno per ogni cittadino.

«Questo avviene mentre gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, come siccità, incendi, alluvioni, eventi estremi. Il riscaldamento globale è strettamente connesso con l’inquinamento atmosferico, perché le fonti che provocano i gas serra rilasciano nell’aria che respiriamo anche sostanze inquinanti come PM 2,5, biossido di azoto e diossine.  Nel solo 2021 l’inquinamento ha causato ben 4,7 milioni di decessi. Oltre ai danni alla salute vanno considerati gli enormi danni economici provocati dai cambiamenti climatici, quantificabili in migliaia di miliardi di euro»

«Le scelte che molti governi, dominati da ideologie sovraniste e conservatrici – concludono – stanno compiendo sono autolesioniste e suicide, perché salvare il Pianeta significa dare anche la possibilità di un futuro al genere umano. Di questi temi parleremo nell’incontro di mercoledì al quale tutti i cittadini sono invitati».