06 Novembre 2025 - 18:50:41

di Vanni Biordi

Una triplice inchiesta di peso, un vertice tra gli ingranaggi chiave dell’amministrazione regionale: l’ultima seduta della Commissione di Vigilanza si è trasformata in un vero e proprio termometro delle priorità e delle criticità che assillano l’Abruzzo, con un focus tagliente che spazia dalla denatalità alla salute pubblica, fino all’impiego dei fondi statali per gli investimenti.

Un crocevia di audizioni che ha messo di fronte ai consiglieri i direttori e l’assessore competenti, a testimoniare la complessità della macchina amministrativa regionale.

Il primo, e forse il più delicato, punto all’ordine del giorno ha riguardato la disponibilità dei fondi per gli avvisi correlati alla legge regionale 32 del 21 dicembre 2021, una norma votata con l’ambizioso obiettivo di contrastare lo spopolamento dei piccoli Comuni di montagna, in particolare attraverso l’introduzione di un “assegno di natalità”, fino a 2.500 euro annui per i primi tre anni di vita del bambino.

La Direttrice Grimaldi è stata chiamata a fare chiarezza sulla reale e immediata capacità di spesa. Questa legge, lodevole nelle intenzioni, rischia di inciampare nella fase operativa: è fondamentale che le risorse promesse siano non solo stanziate, ma anche rapidamente erogabili per non trasformare una misura di sostegno essenziale in una promessa disattesa. La natalità e la residenzialità sono il motore vitale dei territori interni e montani e la lentezza burocratica o la mancanza di liquidità immediata potrebbero annullare l’effetto desiderato, lasciando i cittadini nell’incertezza. La Commissione ha premuto per cronoprogrammi stringenti e massima trasparenza sulla tempistica degli avvisi e dei pagamenti.

Il secondo capitolo ha aperto il fronte delle infrastrutture e degli investimenti locali, con l’avviso pubblico relativo alla Legge 145 del 2018 per l’annualità 2026. Si tratta di fondi importantissimi, spesso destinati a opere pubbliche di messa in sicurezza di edifici e del territorio, vitali soprattutto in una regione ad alto rischio sismico e idrogeologico come l’Abruzzo. La dotazione per il 2026 è significativa, oltre 8 milioni di euro per i Comuni sotto i 30.000 abitanti, ma i tempi e le modalità di selezione sono sempre fonte di interrogativi e preoccupazioni tra gli enti locali.

Sono state ascoltate le relazioni di Umberto D’Annuntiis, assessore alle infrastrutture; Giancarlo Misantoni, Direttore DPE Dipartimento Infrastrutture e Trasporti.

L’audizione ha avuto l’obiettivo di ottenere chiarimenti definitivi sull’iter e sui criteri di assegnazione di queste risorse, fondamentali per l’economia e la sicurezza dei Comuni. L’assessore D’Annuntiis e il direttore Misantoni hanno dovuto illustrare il piano per garantire che il 70% della quota, come previsto, venga attribuito entro ottobre. Il punto critico è la necessità di evitare revoche o ritardi che possano compromettere la programmazione dei lavori da parte dei Comuni. L’attenzione si è concentrata sulla recente revoca e riapprovazione dell’avviso, un segnale di instabilità procedurale che la Commissione intende dissipare per non vanificare l’opportunità di investimento.

L’ultimo, ma non meno drammatico, punto ha riportato l’attenzione sulla sanità pubblica, sollevando un’ombra inquietante sull’Ospedale SS. Annunziata di Chieti dell’ASL2. La verifica ha riguardato la denunciata assenza di un farmaco chemioterapico salvavita, una notizia che ha già assunto rilievo nazionale e ha generato interrogazioni in Parlamento. Un’eventuale carenza, se confermata, rappresenta un fallimento etico e organizzativo intollerabile, in grado di minare la fiducia nel Servizio Sanitario Regionale.

L’audizione del direttore Di Sciascio è stata fondamentale per accertare la verità dei fatti e, soprattutto, per comprendere le responsabilità nella catena di approvvigionamento. Le denunce parlavano di pazienti invitati a tornare a casa per indisponibilità del farmaco. La ASL aveva precedentemente negato l’emergenza, ma le segnalazioni sono persistenti. La Vigilanza ha richiesto documentazione che provi la continuità delle cure e l’efficienza logistica della farmacia ospedaliera. La questione non è solo amministrativa, ma investe il diritto universale alla salute dei pazienti oncologici. Il dibattito ha toccato il nodo della gestione dei farmaci innovativi e la presunta inadeguatezza organizzativa negli acquisti. I tre temi trattati dalla Commissione di Vigilanza, welfare, infrastrutture e sanità, rappresentano l’ossatura del bene pubblico regionale.

La questione rivela una Regione dinamica nella produzione normativa se si fa riferimento alla legge regionale 32 del 2021, e nell’intercettare fondi nazionali se guardiamo alla legge 145 del 2018, ma costantemente messa alla prova dalla traduzione di queste intenzioni in fatti concreti. Il rischio è che le buone leggi e i finanziamenti generosi sbattano contro il muro di una burocrazia lenta o, peggio, di una gestione degli acquisti inefficace, come suggerisce il caso del farmaco a Chieti.

La Commissione di Vigilanza ha il ruolo non solo di controllo formale, ma di garante della concretezza. Le audizioni hanno sottolineato l’urgenza di passare dalla fase degli annunci a quella delle risposte certe e immediate per i cittadini attraverso risorse disponibili subito per le famiglie che scelgono di restare, cantieri aperti rapidamente nei Comuni e, soprattutto, la certezza che la catena di approvvigionamento dei farmaci salvavita non si spezzi mai. L’Abruzzo si gioca la sua credibilità sulla capacità di rendere efficienti gli snodi più importanti tra la politica e la quotidianità.