10 Novembre 2025 - 09:44:51
di Tommaso Cotellessa
«Il territorio dell’Aquilano è ormai definitivamente condannato a essere di serie B rispetto a quello dei territori colpiti dal terremoto del 2016 e 2017».
È questa la conclusione a cui giunge il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, Stefano Albano, che denuncia una situazione di «conclamato immobilismo» e l’assenza di strategie di sostegno alle attività produttive, nonostante la disponibilità di ingenti risorse.
Albano cita le recenti dichiarazioni del Commissario Castelli, il quale, parlando degli interventi realizzati nel cratere 2016, ha sottolineato come «la perdita di popolazione nelle aree colpite dal sisma, dove alla crisi demografica si è aggiunta la distruzione materiale di case e imprese, si è fermata, e addirittura mostra un’inversione di tendenza, laddove si sono concentrati gli investimenti più rilevanti per la ricostruzione».
Un’inversione che, osserva Albano, non si è minimamente registrata nel territorio aquilano, nonostante la presenza di diversi strumenti a disposizione per sostenere non solo la ricostruzione fisica, ma anche quella economica e sociale. Tra questi, il più significativo sarebbe rappresentato dalle risorse Restart, ottenute negli anni passati dai governi di centrosinistra.
Il capogruppo Pd concentra la sua critica proprio sull’utilizzo dei fondi Restart, risorse pensate per sostenere il rilancio economico del territorio attraverso investimenti in imprenditoria, turismo, cultura e innovazione, grazie a fondi nazionali e del Cipe.
Tali risorse trovano fondamento in diverse norme – tra cui l’art. 11, comma 9, del Decreto-legge n. 78/2015 (convertito nella legge n. 125/2015), la deliberazione Cipe n. 49/2016 per il primo Restart e la Delibera Cipess n. 10/2025 per Restart 2 – che ne definiscono gli ambiti di intervento.
«Insomma – afferma Albano – nulla di diverso da quanto è stato fatto nel cratere 2016».
Secondo il capogruppo dem, «al di là di chiacchiere e annunci, le misure a sostegno delle attività produttive nel nostro territorio sono scomparse da quando ha smesso di governare il centrosinistra».
Un’assenza che, spiega Albano, emerge chiaramente analizzando il programma Restart: nessun intervento di adeguamento, riqualificazione e sviluppo dei nuclei industriali – l’ultimo risale al governo regionale di centrosinistra con l’intervento su Pizzoli; nessuna misura concreta per la creazione di nuove imprese, salvo un bando post-Covid da 8.000 euro a richiedente; zero investimenti sull’accesso al credito agevolato per micro e piccole imprese, «proprio nei settori dove imprenditori e associazioni di categoria chiedono maggiori risorse»; totale assenza di interventi sulla connettività e sulla banda larga.
Albano accusa inoltre la destra di utilizzare il programma Restart «come un bancomat elettorale o per finanziare eventi», concentrando la maggior parte delle risorse su iniziative culturali.
«La cultura – precisa – è certamente un asse di sviluppo fondamentale, ma non può essere l’unico. Funziona solo se si creano le condizioni perché diventi una vera attività produttiva, come dimostrano esempi virtuosi come quello pugliese, e non un collage di eventi slegati, incapaci di generare un ritorno economico duraturo».
Il capogruppo punta poi il dito contro l’amministrazione comunale dell’Aquila, accusata di dissipare milioni di euro di Restart 2 «per finalità lontane dallo scopo originario di sostenere la ricostruzione economica».
«Basti pensare – aggiunge – ai 37 milioni di euro utilizzati per tutto, compreso l’acquisto dei mezzi per l’Asm, tranne che per il sostegno alle imprese».
«Restart – conclude Albano – era stato concepito non solo come strumento di pianificazione, per evitare sprechi e frammentazione degli interventi, ma anche come momento di concertazione, coinvolgendo rappresentanze economiche e sociali del territorio.
Oggi, invece, questa discussione è scomparsa dai radar. Il sindaco Biondi preferisce decidere tutto con pochi altri, chiuso in una stanza, senza che la città possa avere voce in capitolo».
Per questo, il capogruppo Pd annuncia che chiederà la convocazione di una commissione consiliare ad hoc, con la partecipazione di sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali.
«Il nostro territorio – conclude – non può continuare a essere discriminato rispetto al cratere 2016».
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