10 Novembre 2025 - 10:24:49
di Tommaso Cotellessa
«Signor Sindaco, lei sa dove si trova Case Pente?»
Si apre così la lettera aperta del Comitato per il Clima Fuori dal Fossile, storico protagonista della mobilitazione contro la costruzione del gasdotto e della centrale di compressione Snam a Sulmona.
Una domanda retorica, quella rivolta dagli attivisti, ma necessaria in quanto – come sottolineano loro stessi – da quando il primo cittadino Luca Tirabassi ha assunto il mandato, «non ha mai pronunciato quelle due parole».
A suggerire la risposta all’interrogativo posto sono però gli stessi autori della missiva:
«Case Pente si trova nel territorio di Sulmona, vicino al cimitero comunale. Fino a pochi anni fa era un’area verde, con campi di alberi da frutto e ulivi. Il Parco nazionale della Maiella aveva riconosciuto la zona come parte del corridoio faunistico dell’Orso bruno marsicano, che qui trovava alimentazione e rifugio. Oggi – scrivono – non più. Gli alberi sono stati abbattuti, gli orsi non si vedono da tempo e quell’area è diventata un enorme cantiere di quindici ettari, dove ruspe e betoniere lavorano senza sosta alla costruzione della centrale di compressione Snam».
Nella lettera il comitato accusa la Snam di aver fatto di tutto per ottenere le autorizzazioni per costruire, facendo credere che senza le nuove infrastrutture l’Italia sarebbe rimasta senza gas.
«La verità – sostengono – è ben diversa: la centrale e il metanodotto sono opere inutili, perché i consumi di gas nel nostro Paese sono in continuo calo. Oggi siamo a poco più di 60 miliardi di metri cubi all’anno, contro gli oltre 86 miliardi di vent’anni fa. E autorevoli centri studi internazionali come Ember e Ieefa prevedono che il consumo di metano, in Italia e in Europa, scenderà ancora entro il 2030».
Gli attivisti incalzano poi il sindaco con un’altra domanda:
«Perché la Snam si è avventurata nella realizzazione di un’opera della quale non c’è alcuna necessità?»
La risposta, scrivono, «è semplice: perché ha tutto da guadagnarci».
Due i motivi indicati: i finanziamenti, 180 milioni di euro, arrivano dall’Unione Europea tramite il Pnrr; iprofitti Snam sono garantiti comunque, anche se l’impianto restasse inutilizzato.
Citano il think tank indipendente ECCO Climate, secondo cui «le tariffe di rete coprono tutti i costi sostenuti dai gestori, indipendentemente dall’effettivo utilizzo». In pratica, spiegano, «il rischio volume è interamente a carico dei consumatori. Nella Relazione finanziaria 2024, Snam conferma che il 99,5% dei ricavi del trasporto è garantito».
«In soldoni – aggiungono – a pagare il costo complessivo dell’opera, pari a 2 miliardi e mezzo di euro, saranno i cittadini italiani attraverso l’aumento delle tariffe, anche se la centrale e il metanodotto restassero inutilizzati».
«Per costruire un’opera inutile – prosegue la lettera – viene devastata un’area tra le più belle dal punto di vista paesaggistico e ambientale, a ridosso del Parco nazionale della Maiella e non lontano da Pacentro, uno dei Borghi più belli d’Italia».
Ma a indignare maggiormente il comitato è la distruzione di un importante sito archeologico:
«Sotto le colate di cemento della centrale sono state sepolte per sempre le testimonianze di un insediamento risalente a 4200 anni fa, all’Età del Bronzo. Un danno incommensurabile per la nostra cultura e la nostra storia. Altrove simili scoperte vengono valorizzate; da noi, invece, sono ridotte in frantumi dalle ruspe per gli “interessi superiori” di una multinazionale che ci tratta come una colonia da sfruttare».
La lettera si chiude con un appello diretto al sindaco Tirabassi:
«Signor Sindaco, come spiega questo silenzio, suo e della sua amministrazione, su quanto accade a Case Pente? Nel frattempo, ha avuto qualche approccio con la Snam? E se sì, che tipo di approccio? Parli, crediamo che i cittadini abbiano tutto il diritto di sapere».
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