12 Novembre 2025 - 08:46:32

di Marco Giancarli

Continua il botta e risposta tra sindacati e amministrazione penitenziaria sulla questione riguardante l’IPM San Francesco dell’Aquila. Dopo uno scambio di posizioni diametralmente opposte tra le parti sindacali ed il Ministero della Giustizia è la Fp Cgil che torna all’attacco lamentando nella sostanza di non essere presi in considerazione nella loro richiesta di un incontro.

«Constatiamo che a distanza di diversi giorni, dalla richiesta presentata al Dirigente Centro per la Giustizia Minorile per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise Dr. Antonio Pappalardo e al Direttore dell’Istituto Penale per Minori dr.ssa Maria Taraschi – si legge nella nota -, ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta di convocazione. Preme sottolineare – proseguono Luca Fusari e Gino Ciampa – come i motivi della richiesta, che al momento non sono stati affrontati restano, purtroppo, tutti irrisolti».

I due sindacalisti evidenziano come «l’incontro sarebbe stato occasione per comprendere se il DVR (Documento di Valutazione del Rischio dell’Immobile) fosse stato approvato, in considerazione del fatto che attualmente in quello stabile sono reclusi minori e ci lavora personale Amministrativo e di Polizia penitenziaria». La Fp Cgil poi tocca un’aspetto fondamentale, quello della sicurezza.

«Un inciso – dicono – va fatto sul sistema di sorveglianza in quanto il contingente di Polizia Penitenziaria assegnato non è nemmeno lontanamente sufficiente a coprire le esigenze operative e gestionali della struttura, per altro il personale non ha spazi per l”alloggiamento, attualmente sono circa dodici i posti disponibili, rispetto ad una necessità che va ben oltre le attuali previsioni dell’amministrazione».

Poi l’aspetto riguardante la refezione con «la mensa di servizio che non è funzionante, cosa che comporta notevoli difficoltà a tutti gli operatori, inoltre abbiamo segnalato che dal punto di vista strutturale sono ancora in itinere delle modifiche agli ambienti destinati ai giovani reclusi, come per esempio la cucina detenuti, e non si comprende se per loro siano previste delle attività».