Alluvioni, lo studio Univaq testimonia i rischi lungo il fiume Pescara
15 Novembre 2025 - 17:56:58
di Tommaso Cotellessa
Un documento tecnico dettagliato, redatto dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università dell’Aquila su incarico dell’Autorità di Bacino, conferma in modo netto la vulnerabilità idraulica delle aree lungo il fiume Pescara. Eppure, nonostante l’evidenza scientifica, diversi amministratori hanno presentato ricorsi al TAR contro i nuovi vincoli imposti a giugno, contestando la perimetrazione delle zone a rischio.
A sollevare il caso è il Forum H2O, che definisce le polemiche «strumentali e prive di fondamento», accusando gli enti locali di diffondere ricostruzioni «fantasiose» e contrarie alla realtà dei fatti. L’associazione ambientalista, che è in possesso da mesi dello studio universitario, ribadisce come i vincoli introdotti siano stati motivati da dati idrologici aggiornati e da modelli elaborati con criteri rigorosi.
Secondo lo studio, la piena duecentenaria del Pescara — già sottostimata in passato — è stata ricalcolata in oltre 1.800 metri cubi al secondo, contro i precedenti 1.500. La piena cinquecentenaria supera i 2.200 metri cubi al secondo. Numeri che assumono un valore ancora più allarmante se confrontati con l’alluvione del 1992, che provocò morti e devastazione con una portata di “soli” 1.100 metri cubi al secondo.
Il lavoro dei ricercatori ha inoltre valutato anche le vasche di laminazione di Manoppello, considerando nel modello solo quelle già operative. Anche quando l’intero sistema sarà completato, il contributo alla mitigazione del rischio sarà “lieve” e limitato alle zone immediatamente successive all’impianto.
«Questo significa — sottolinea il Forum H2O — che gran parte della città di Pescara e della val Pescara resta esposta a un rischio elevato, aggravato da decenni di cementificazione e da previsioni progettuali che hanno fatto affidamento su dati ormai obsoleti».
Durissimo il commento di Augusto De Sanctis, portavoce del Forum H2O:
«È allucinante assistere ai ricorsi al TAR basati su cavilli e su interpretazioni non aderenti alla realtà. Lo studio è chiaro, dettagliato, e fotografa un rischio reale. Invece di correre ai ripari e informare la cittadinanza, si rivendica addirittura il diritto di costruire grattacieli e nuovi edifici in aree che verrebbero invase dalle piene del Pescara. È un atteggiamento irresponsabile, che mette gli affari prima della vita umana».
Il Forum punta il dito in particolare contro la situazione del comune di Pescara, dove secondo i dati ISPRA oltre il 50% del territorio risulta impermeabilizzato. Una condizione che aumenta la pericolosità idraulica e riduce le capacità di assorbimento del suolo.
L’associazione chiede agli enti locali di rendere pubblico il documento universitario, pubblicandolo sui siti istituzionali in modo da informare la popolazione in maniera trasparente e consapevole.
«Si sta giocando una partita fondamentale per la tutela della vita umana» conclude De Sanctis, denunciando anche il recente allentamento di alcuni vincoli da parte dell’Autorità di Bacino nel Piano di Bacino generale approvato a fine agosto.
Mentre il contenzioso amministrativo è appena iniziato, una cosa è certa: i nuovi dati impongono scelte rapide e responsabili. Ignorarli, avverte il Forum, sarebbe un errore che l’Abruzzo non può permettersi di ripetere.
LAQTV Live