19 Novembre 2025 - 10:33:56

di Redazione

Un intervento, atteso da oltre quindici anni, a favore dei familiari delle vittime dei sismi che hanno colpito l’Abruzzo e altre regioni d’Italia, potrebbe finalmente trovare spazio nella Finanziaria in discussione in questi giorni. L’emendamento numero 112.20 alla legge di bilancio, presentato dai senatori Michele Fina e Walter Verini, propone, infatti, l’istituzione di un Fondo di sostegno per i familiari delle vittime di calamità naturali, con dotazione finanziaria annua a partire dal 2026.

Il nuovo Fondo, collocato nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze, interverrebbe in sede di prima applicazione per riconoscere un contributo ai familiari di persone morte a seguito di eventi sismici verificatisi in Italia dal 6 aprile 2009 (data del terremoto dell’Aquila) fino all’entrata in vigore della legge, includendo quindi L’Aquila, Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e  altri territori colpiti in Italia a seguire, come ad esempio l’Emilia Romagna nel 2012 o Casamicciola Terme di Ischia  nel 2017.

L’emendamento prevede che un decreto del ministro dell’Economia, di concerto con il ministro per la Protezione civile, definisca entro 90 giorni criteri e modalità di accesso al Fondo, procedure di erogazione, categorie dei beneficiari, misura dei contributi con riduzioni in base all’ISEE, modalità di presentazione delle domande, documentazione necessaria e cause di esclusione. Per garantire la copertura finanziaria del nuovo strumento, la norma rimodula lo stanziamento previsto dall’articolo 132 della legge di bilancio, riducendo la dotazione complessiva da 100 a 95 milioni di euro annui a partire dal 2026.

«Ancora una volta – afferma l’avvocato Maria Grazia Piccinini, di  Lanciano (Ch), madre di Ilaria Rambaldi, vittima del sisma dell’Aquila – si tenta di assicurare un sostegno equo e uniforme a tutte le famiglie colpite dai terremoti. Sono anni che ci si prova senza riuscire ad ottenere ciò che invece, ad esempio, alle famiglie delle vittime di Rigopiano è stato riconosciuto rapidamente e senza problemi. Non sono bastati battaglie, appelli e nemmeno lo sciopero della fame di un padre che ha perso il figlio ad Amatrice: veniva rassicurato, invitato a interrompere la protesta e poi, alla fine, tutto è rimasto fermo».

Piccinini ricorda anche il tentativo dello scorso anno di sbloccare un disegno di legge fermo da tempo in commissione al Senato: «Ho coinvolto il senatore Liris, il senatore Fina, ho cercato di raggiungere il senatore Pagano tramite Daniele D’Amario, ma quella proposta non si è mai mossa dal cassetto. Mi domando perché. Che colpa hanno questi morti? Per quale ragione a loro non viene riconosciuto ciò che per altri è già legge da tempo?».

«Ringrazio il senatore Fina – conclude – per aver riproposto il contenuto del disegno di legge come emendamento alla manovra. Ma ora chiedo a tutti, dal senatore Sigismondi al senatore Liris, dal senatore Pagano a chiunque possa sostenere questa battaglia, di impegnarsi davvero. Mi auguro che lo Stato smetta di trattarci come figli di serie B e che, per una volta, i politici che il 6 aprile non mancano mai alle commemorazioni, trovino la stessa determinazione nel far approvare questa misura. È tempo di mettere fine a un’ingiustizia che dura da troppo».