21 Novembre 2025 - 10:48:18

di Tommaso Cotellessa

Sabato 22 novembre 2025, alle 17:30, l’Auditorium dell’ANCE in viale Alcide De Gasperi ospiterà la presentazione del nuovo libro dello storico Walter Cavalieri, Il vento della Genziana – il Pci, Pannella e la fine della Prima Repubblica, edito dalla casa editrice aquilana Textus.

L’appuntamento promette di riportare al centro del dibattito pubblico uno degli esperimenti politici più originali e controversi della storia recente italiana.

A discutere con l’autore sarà il giornalista e analista politico Alessandro De Angelis a dialogare con l’autore, in un dialogo che risalirà alle radici e alle conseguenze della celebre “lista della Genziana”, che nel 1990, all’Aquila, seppe rompere gli schemi tradizionali della politica nazionale.

Il libro di Cavalieri ricostruisce un momento cruciale: mentre il Muro di Berlino crollava e il Pci viveva il travaglio della trasformazione, nel capoluogo abruzzese prendeva forma un progetto inedito. La lista della Genziana riunì comunisti, radicali pannelliani, laici, socialisti e persino democristiani, generando una miscela politica capace di sorprendere Roma e di attirare l’attenzione nazionale.

Un laboratorio politico che, come sottolinea l’autore, anticipò di diversi anni la formula dell’Ulivo prodiano e che mostrò come un’alleanza trasversale potesse incarnare un nuovo modo di intendere la rappresentanza e il governo locale.

La Genziana fu un progetto che, negli anni Novanta, guardava già al terzo millennio: un’esperienza nata dal basso, capace di mettere insieme culture politiche differenti, superare steccati ideologici e immaginare una nuova partecipazione democratica. Un frammento di storia che oggi, a distanza di oltre trent’anni, torna a interrogare il presente.

La presentazione all’ANCE non sarà soltanto un’occasione per scoprire un nuovo volume, ma anche per rivisitare una fase storica segnata da fermenti, rotture e innovazioni. La stagione di Convenzione democratica, di cui la Genziana fu una delle espressioni più vivaci, viene riproposta come un patrimonio di idee e pratiche politiche da cui trarre ancora oggi ispirazione.

In un’epoca di incertezza e ridefinizione dei confini politici, Cavalieri invita a rileggere quel passato con uno sguardo non nostalgico ma costruttivo: perché, forse, alcuni dei semi piantati allora possono ancora germogliare.