25 Novembre 2025 - 12:12:57
di Vanni Biordi
Nella sala conferenze di Palazzo Margherita, cuore istituzionale dell’Aquila, si è chiuso con un appuntamento denso di significati il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2025. L’ultimo incontro dell’edizione, intitolato “Il coraggio delle donne”, ha portato sul palco voci diverse ma unite da un filo comune: la capacità femminile di affrontare le sfide quotidiane nei contesti sociali più difficili, trasformando la fragilità in forza e la testimonianza in impegno civile.
A introdurre i lavori è stata Ersilia Lancia, assessore alle Pari Opportunità del Comune dell’Aquila, che ha sottolineato come la lotta alle discriminazioni non possa limitarsi a slogan o celebrazioni simboliche. «Servono politiche concrete, strumenti efficaci e un impegno quotidiano delle istituzioni», ha ribadito, richiamando l’attenzione sulla necessità di un tessuto sociale capace di garantire pari diritti e opportunità. Un messaggio che ha trovato eco nelle parole delle altre protagoniste della giornata.
«Oggi il Premio Borsellino, che quest’anno arricchisce il nostro calendario di eventi, si concentra sulla testimonianza e sul coraggio delle donne – dichiara l’assessore -. Esiste una leadership femminile, e non penso solo alle istituzioni, al protagonismo acclarato delle donne negli enti locali e nelle amministrazioni, ma parlo proprio di un modo di fare e di essere delle donne che esiste dalla notte dei tempi e che significa fare quello che devono fare anche quando, intorno, è disperazione, guerra e negatività. È necessario, forse, lavorare su una consapevolezza sociale di questo modo di fare al femminile. Sulla violenza contro le donne, molti sono gli sforzi messi in campo, ma sicuramente la cosa più importante è la sensibilizzazione culturale e il lavoro sulle nuove generazioni».
In confronto, infatti, è intervenuta la giornalista Marilena Natale, voce coraggiosa di territori segnati dalla criminalità organizzata. La sua testimonianza ha restituito l’immagine di una professione vissuta come presidio di verità, spesso a rischio personale, ma sempre con la convinzione che raccontare significhi resistere. «Non si può tacere di fronte all’ingiustizia», ha ricordato, portando in sala il peso e la dignità di chi ogni giorno sceglie di non voltarsi dall’altra parte.
Accanto a lei, Claudia Cordoni, fondatrice dell’associazione Lucis, ha portato l’esperienza di chi lavora sul campo per costruire percorsi di inclusione e sostegno. La sua realtà, nata per dare voce e strumenti a chi vive situazioni di marginalità, è diventata un punto di riferimento per molte donne che cercano riscatto e autonomia. «La luce che cerchiamo di accendere – ha spiegato – è quella della consapevolezza: sapere di avere un valore, di poter cambiare la propria storia».
A chiudere gli interventi, Angela Riccardi, ideatrice della compagnia I MusicAbili, che attraverso la musica ha creato un laboratorio di integrazione e creatività. La sua esperienza dimostra come l’arte possa diventare veicolo di libertà e inclusione, abbattendo barriere e pregiudizi. «La musica è un linguaggio universale» ha detto «e quando a suonare sono persone che hanno conosciuto la difficoltà, il messaggio diventa ancora più potente».
Il confronto, intenso e corale, ha acceso i riflettori sul valore del coraggio declinato al femminile. Non un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che si manifesta nelle scelte di chi denuncia, di chi costruisce reti di solidarietà, di chi inventa nuovi spazi di partecipazione. In un tempo segnato da fragilità sociali e da nuove forme di esclusione, la conferenza ha ricordato che la forza delle donne non è solo una risorsa da celebrare, ma un patrimonio da sostenere con politiche, strumenti e riconoscimenti concreti.
Il Premio Borsellino, nato per custodire la memoria del magistrato ucciso dalla mafia e per diffondere i valori di legalità e giustizia, ha così chiuso la sua edizione 2025 con un messaggio chiaro: il coraggio non è mai neutro, e quando a incarnarlo sono le donne diventa motore di cambiamento. Una lezione che la platea ha accolto con applausi convinti, consapevole che la sfida non si esaurisce in una giornata, ma continua nelle scelte di ciascuno
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