02 Dicembre 2025 - 10:40:53
di Redazione
«Adoperarsi perché l’archivio di Stato abbia almeno un presidio in Centro Storico (una sala studio e una sala espositiva) che ne favorisca la frequentazione da parte di ricercatori scuole cittadini e di tutti coloro che auspicabilmente numerosi visiteranno una città nel prossimo anno».
E’ l’appello della sezione aquilana di Italia Nostra Carlo Tobia e dell’Archeoclub L’Aquila al ministro della Cultura Alessandro Giuli e al sindaco Pierluigi Biondi, in vista dell’importante appuntamento con L’Aquila capitale italiana della Cultura.
«Avvicinandosi ormai il 2026, anno in cui L’Aquila sarà chiamata ben interpretare il ruolo di capitale italiana della cultura – scrivono nella missiva – vorremmo portare all’attenzione un istituto che svolge un ruolo importante nel fermento culturale che caratterizza la città, alimentandolo animandolo grazie al prezioso patrimonio documentario che custodisce e rende fruibile. L’Archivio di Stato è stato il primo istituto culturale che in città ha riaperto al pubblico dopo il sisma del 6 aprile 2009. Già a luglio, in occasione del G8, nella sede provvisoria nel fabbricato della Gioel Holding presso il Nucleo industriale di Bazzano, grazie al determinante impegno dei dirigenti del Ministero e della Struttura commissariale, nonché dello stesso personale dell’istituto, è stato possibile fruire nella nuova sala studio del pregevole patrimonio documentario secolo (secoli XII-XX) e di una sala conferenza che ha consentito di svolgere incontri e attività culturali aperti al pubblico a varie istituzioni compresa la Soprintendenza».
«Dal 2009 l’Archivio di Stato svolge un qualificato servizio rendendo consultabili documenti a studiosi, studenti, tecnici e cittadini, favorendo così la ricostruzione materiale e sociale in un contesto di grande fermento e rinnovato interesse per la storia del territorio aquilano. Inoltre promuove la conoscenza del patrimonio documentario attraverso l’organizzazione di conferenze, mostre e altre iniziative di divulgazione – prosegue la lettera – Le associazioni, in particolare, con l’ausilio della Direzione e dei funzionari archivisti hanno potuto svolgere in anni recenti presso l’Archivio dei percorsi formativi di scuola-lavoro con diverse classi di scuole cittadine. Inoltre hanno potuto segnalare ai propri iscritti le numerose e qualificate mostre storico-documentarie che in questo quindicennio sono state organizzate».
«L’Istituto, tuttavia, è ancora nella sua sede provvisoria a Bazzano e i lavori di ristrutturazione dell’ex convento di S. Bernardino da Siena -destinato a nuova sede dell’Archivio di Stato- sono stati avviati soltanto nel 2024, con una previsione di probabile completamento non prima del 2029», concludono le associazioni.
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