09 Dicembre 2025 - 11:48:52

di Martina Colabianchi

Anche nel 2024, come per l’anno precedente, l’Abruzzo non presenta strutture sanitarie nell’elenco di quelle che hanno raggiunto i massimi livelli di eccellenza nelle aree cliniche principali, come la cardiologia o la chirurgia oncologica complessa.

A dirlo sono i dati della 32° edizione del Programma Nazionale Esiti (PNE) 2025 di Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) che, seppur evidenziando un miglioramento complessivo della qualità dell’assistenza ospedaliera a livello nazionale, conferma la persistenza di forti diseguaglianze territoriali e un marcato divario Nord-Sud.

Le 8 aree cliniche considerate per la valutazione sono: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia

L’Abruzzo risulta coinvolta, come tutte quelle del Sud Italia, nel percorso integrato di “audit” con cinque strutture sanitarie, che rientrano cioè tra quelle per cui è richiesto un approfondimento immediato sul processo clinico e organizzativo per individuare e correggere le cause delle basse performance.

Criteri per la selezione delle strutture sono un livello molto basso di aderenza agli standard di qualità negli ultimi due anni di valutazione, ma anche una criticità nella codifica delle variabili cliniche o dei campi relativi alla data e ora di intervento.

Complessivamente, per la regione sono stati richiesti 8 audit totali. Rispetto allo scorso anno, 68 strutture in Italia hanno migliorato i propri risultati e non sono più segnalate per l’audit. In Abruzzo, a migliorare sono state la Casa di Cura Villa Serena di Città Sant’Angelo (PE) e il presidio ospedaliero San Pio da Pietrelcina di Vasto (CH).

Il contesto regionale si inserisce nella dinamica generale del Mezzogiorno, dove permangono criticità significative. Il rapporto generale evidenzia, infatti, livelli ancora problematici nelle regioni del Sud e nelle Isole, ad esempio nella chirurgia oncologica complessa come le resezioni pancreatiche e gli interventi sul retto , e nella tempestività dei trattamenti salvavita.

Sono 15 le strutture ospedaliere in Italia che, valutate su almeno 6 aree cliniche su un totale di 8 prese in considerazione, hanno raggiunto nel 2024 un livello ‘alto’ o ‘molto alto’. Due di queste sono le strutture che però registrano la massima valutazione considerando tutte e 8 le aree indicate: l’Ospedale di Sivigliano in Piemonte e l’Ospedale di Mestre in Veneto. Si concentrano soprattutto in Lombardia (con 5 strutture di livello alto/molto alto valutate su 6 o 7 aree), Veneto (3 strutture valutate su 6, 7 o 8 aree) ed Emilia Romagna (2 strutture valutate su 6 e 7 aree).

L’assessore alla Sanità Nicoletta Verì ha commentato i dati del Piano Nazionale Esiti definendoli «un riscontro concreto dei progressi registrati negli ospedali abruzzesi nella fase iniziale della riorganizzazione».

Verì ha evidenziato come diversi presidi raggiungano livelli «alti» o «molto alti» in più aree cliniche: dal San Salvatore dell’Aquila, che mostra eccellenze nella chirurgia generale e nelle patologie cardiocircolatorie, al policlinico di Chieti, particolarmente performante in nefrologia, chirurgia generale e sistema nervoso, fino ai buoni risultati del Mazzini di Teramo e dell’ospedale di Vasto in chirurgia e cardiologia.

«Sono dati che confermano la validità del modello basato sulla specializzazione dei presidi e sulla rete hub & spoke» ha spiegato l’assessore, sottolineando che i pochi reparti con performance insufficienti riguardano attività già centralizzate o gestite in altri ospedali della rete regionale.

«L’obiettivo – ha aggiunto – è costruire poli di eccellenza pubblici, evitando duplicazioni e migliorando la qualità assistenziale». Verì si dice fiduciosa sull’andamento della riforma: «Se questi sono i risultati della fase iniziale, il 2025 potrà restituirci traguardi ancora più prestigiosi».