25 Maggio 2023 - 12:21:11
di Martina Colabianchi
È stata inaugurata oggi, al Museo Nazionale d’Abruzzo, la mostra “Il Maestro di Campo di Giove. Ricomporre un capolavoro”, curata da Federica Zalabra e Cristiana Pasqualetti, aperta al pubblico dal 26 maggio al 3 settembre.
Saranno esposte al MuNDA tredici delle sedici tavolette con le storie di Sant’Eustachio che ornavano, in passato, le ante della custodia della statua dedicata al santo. La custodia, oggi ricostruita dopo 121 anni, fu trafugata nel 1902 dall’omonima chiesa con conseguente dispersione dei dipinti che la decoravano.
Una volta ritrovate, le tavolette contenenti la storia del santo apparirono man mano sul mercato antiquario. Il MuNDA è proprietario di ben otto di queste, di cui le ultime arrivate sono state acquistate lo scorso anno a Colonia dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura.
La presenza straordinaria in mostra della statua, prezioso manufatto artistico e oggetto di devozione popolare per secoli, è stata resa possibile grazie alla generosa concessione al prestito da parte della Diocesi di Sulmona-Valva.
Per l’occasione, il Museo Nazionale d’Abruzzo ha finanziato le indagini diagnostiche e l’intervento di restauro che proseguirà anche dopo la chiusura dell’esposizione. Lo studio della tecnica di realizzazione dell’opera, nella sua fase preliminare, ha fatto emergere nuove informazioni i cui esiti saranno oggetto di una serie di incontri di approfondimento inseriti nella programmazione del Museo.
Il prestito di altre cinque tavolette appartenenti a una collezione privata milanese permetterà di ricostruire, seppur virtualmente, l’opera realizzata dall’anonimo Maestro (forse Nicola Olivieri da Pietransieri) intorno al 1370.
“È una mostra fondamentale per il territorio perché il Museo Nazionale d’Abruzzo nel corso degli anni è riuscito ad acquisire otto tavolette rispetto alle sedici che facevano parte dei due sportelli – ha spiegato Federica Zalabra, una delle due curatrici della mostra. La mostra riesce a fare in modo che il pubblico possa fruire di quest’opera. Abbiamo rimesso insieme tutte le tavolette esistenti oggi al mondo, quelle che conosciamo, e in più le abbiamo fatte incontrare di nuovo con la statua di Sant’Eustachio: non si vedevano dal 63 ottobre 1902”.
L’esposizione sperimenta l’uso di diverse applicazioni ed è arricchita da supporti per la visita e l’accessibilità. La mostra si giova, infatti, anche delle nuove tecnologie: sono stati realizzati una ricostruzione virtuale della custodia, un video animato per raccontare ai bambini la storia di Eustachio, una App per indagare scientificamente le opere attraverso le indagini multispettrali e tre pannelli tattili per non vedenti la cui modellazione digitale, grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, è stata realizzata da Simone Rasetti.