11 Dicembre 2025 - 18:40:45
di Redazione
In undici paesi dell’Aquilano quasi 350 abitanti hanno partecipato ai laboratori d’arte affidati ai 14 artisti arrivati da più Paesi del mondo, 91 ai laboratori di tessitura partecipata. Ben 60 sono stati gli attori del cortometraggio “Qualcosa è caduto dalla Luna”, coinvolti nelle varie iniziative 230 studenti del liceo artistico e delle scuole primarie, 50 i bambini e adolescenti del centro socio-educativo Punto Luce dell’Aquila, 260 le persone presenti agli incontri itineranti del Munda, il Museo nazionale d’Abruzzo.
Questi i numeri a consuntivo del progetto Arca – Arte, Rigenerazioni, Comunità, Abitare -, che dopo una lunga navigazione iniziata a fine luglio, ha oggi gettato l’ancora per un evento conclusivo al Centro congressi Zordan dell’Università dell’Aquila in piazza San Basilio, nell’aula magna Vincenzo Rivera.
Progetto ideato e diretto da Silvia Di Gregorio, finanziato dai fondi Restart, incentrato sull’arte comunitaria, con sostegno della Bcc e dell’Usrc, con partner i Comuni, il Munda, la Comunità 24 Luglio, il Teatro stabile d’Abruzzo, il Maxxi L’ Aquila, l’Università dell’Aquila, The Current -Center for contemporany art del Vermont, negli Stati Uniti e la cooperativa AppStartOnlus.
Così ha dunque riassunto il senso profondo dell’iniziativa Silvia Di Gregorio.
«Come artista sono interessata a valorizzare le collettività e il potenziale che queste esprimono. Le comunità come anche l’ identità, la memoria sono qualcosa di vivo, mutevole, in divenire e in quanto tali necessitano di un continuo lavoro di ridefinizione; la realtà a volte può apparire difficile, frammentaria, e le relazioni difficili e questo a volte spinge a barricarsi in un’ idea di identità immobile, rassicurante ma che di fatto non porta da nessuna parte. Mi interessa quindi far emergere questa molteplicità preziosa , da qui l’ immagine metaforica dell’Arca, mitica e che custodisce e valorizza, che accoglie e che non teme il salpare, l’ approdare, cambiare rotta, viaggiare. L’arca in Abruzzo è anche la madia dove si ripone il pane, che custodisce vita e sopravvivenza durante l’ inverno».
In una gremita sala Zordan a fare gli onori di casa sono stati Fabio Graziosi, rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila e la docente Doriana Legge, ad intervenire Fabrizio D’Alessandro, sindaco di Barisciano, Domenico Nardis, sindaco di Villa Sant’Angelo, coordinatore dei sindaci dell’Area omogenea 8 del cratere sismico 2009, Giammario Fiori, sindaco di Tornimparte e coordinatore dei sindaci Area omogenea 2, Federica Zalabra, direttrice del Museo Nazionale d’Abruzzo, Leonardo Bizzarri, per il Teatro Stabile d’Abruzzo, Livio Vittorini, consigliere comunale dell’Aquila, presidente prima commissione Bilancio, Gaspare Ferella, presidente della Comunità 24 Luglio, Domenico Capanna, per l’AppStart cooperativa Sociale. Presenti oltre 200 persone e tutti i sindaci dei Comuni coinvolti, referenti delle realtà partner e tanti paesani protagonisti del progetto.
Ha commentato il rettore Graziosi: «Le relazioni con il territorio sono per l’università importantissime, e questo bellissimo progetto ha davvero trovato i registri attraverso i quali stimolare una interazione con i piccoli comuni, indicando la strada per trovare una strada attraverso la quale tornare ad essere attrattivi e a poter generare valori che gli consentono di mettere in evidenza il potenziale che hanno, che è tanto, che è significativo. Qui molto si è puntato sulla partecipazione dei cittadini, sugli eventi partecipati inclusivi».
Applausi a scena aperta ed emozioni per le ultime due opere realizzate grazie ad Arca e svelate nella giornata conclusiva: il cortometraggio, proiettato in anteprima, “Qualcosa è caduto dalla luna”, a firma del regista aquilano Francesco Paolucci e con le animazioni dell’artista messicano Nespy5Euro, al secolo Erick Cuevas. La mostra dei 12 arazzi realizzati con gli abitanti di tutti i comuni coinvolti, e dai ragazzi della comunità 24 luglio, coordinati dalla tessitrice di Campotosto Assunta Perilli, partendo dai cartoni preparatori realizzati dall’artista Massimo Piunti, ispirati ad elementi caratteristici dei paesi indicati dalle persone stesse che li abitano.
«Un oggetto luminoso cade dalla luna nel silenzio della notte. E’ questa immagine che mi ha guidato nella realizzazione di un cortometraggio di finzione che ho realizzato con la collaborazione dell’artista Nespy5euro e che alla fine, guardandolo, mi ha portato alla conclusione che, spesso, solo attraverso la finzione, l’astrazione si possa raccontare l’essenza di un luogo e di una comunità – ha spiegato Paolucci -. Non è un film che da risposte, ma un’indagine, un tentativo di far entrare in contatto con le emozioni, provocare delle domande. C’è spazio per tutti all’interno del film. E’ una sorta di specchio dove riflettersi. Uno specchio ruvido, però, come lo è il nostro territorio. Questa ruvidezza, che per me è un valore da preservare, abbiamo cercato di restituirla attraverso un’immaginario che vuole prendere le distanze dalla narrazione del borgo autentico e dalle tradizioni stereotipate dove anche l’isolamento e il silenzio diventano un brand. Quindi la scelta di un’animazione minimale, a mano libera per fondere il reale con la fantasia e dare un sapore artigianale all’opera in contrasto con la dirompente intelligenza artificiale. Credo che questo sia, in modo più ampio, il senso del progetto Arca: portare artisti internazionali, schegge di luce arrivate da mondi completamente diversi, ma capaci di entrare in contatto con la popolazione locale per indagare insieme l’essenza dei luoghi».
Per quel che riguarda gli arazzi ha invece commentato Perilli: “le dodici opere qui finalmente esposte come installazione collettiva e plurale, sono il ritratto delle comunità in cui sono stati realizzati. Prima ancora di essere un elaborato artistico sono un lavoro antropologico che ricalca perfettamente la situazione comunitaria dei piccoli paesi delle aree interne. Esprimono Il desiderio di condivide dei progetti, socializzando, la volontà di mettersi in gioco, il desiderio di sperimentare nuove tecniche, la sicurezza di utilizzare quelle già note”.
Questi dunque gli artisti arrivati nel territorio da fine luglio scorso: a Scoppito Bedirhan Dehmen, dalla Turchia, coreografo, drammaturgo, sociologo, e professore associato, per un laboratorio sulla consapevolezza del movimento, in base ad una tecnica sviluppata a Istanbul, a Fossa per laboratori di arte ceramica, Raquel Aversano, artista plastica e ceramista argentina ed Yvonne Ekman, artista plastica tedesca e musicista, in collaborazione con il Museo dei bambini, il Mubaq.
A Tione degli Abruzzi protagonista Ana Woolf, pedagoga, attrice e regista argentina che ha coinvolto gli abitanti in una esperienza incentrata sulla danza e il teatro, a San Lorenzo di Beffi, minuscola frazione di Acciano, la cilena Daniela Pizarro Torres, per un arazzo realizzato nel corso di un laboratorio di tessitura artistica ispirato ai valori del territorio che ora fa bella mostra di sé nella sala multifunzionale del municipio, a Villa Sant’Angelo la messicana Diana Gameros, cantante, chitarrista, pianista che ha composto e musicato quattro canzoni assieme agli abitanti, di cui una diverrà ora l’inno del paese, ad Ocre Amirah Gazel, pittrice, fotografa, muralista del Costarica, per la realizzazione di cinque murales nelle frazioni di Ocre, uno dei quali con i bambini nella palestra della scuola, un altro con la collaborazione degli studenti del liceo artistico in visita.
A Tornimparte Petna Ndaliko Katondolo, regista internazionale proveniente dal Congo, ha ideato un documentario girato da semplici cittadini invitati a guardare il mondo dal punto di vista di un insetto, di un animale, di un fiore e di una pianta, a Barisciano la spagnola Indira Urrutia ha realizzato un’opera effimera con le stampe delle impronte digitali di un centinaio di abitanti dai più anziani e bambini, allestite sulla scalinata sotto il monumento ai caduti in tutte le guerre. E ancora, a Poggio Picenze Ben Bennet, arrivato da Philadelphia, Stati Uniti, batterista jazz che ha guadagnato la notorietà internazionale per la sua radicale esplorazione del suono, ha curato un laboratorio musicale e la realizzazione di putipù, membranofono a frizione della musica popolare.
A Fontecchio Brian Collier, professore di arte e design del Saint Michael’s College di Colchester, nel Vermont, Stati Uniti, direttore della McCarthy Art Gallery, ha realizzato assieme agli abitanti la mostra ospitata a palazzo Galli per un mese, “La mia natura personale”, incentrato sul “sistema di classificazione Collier per oggetti molto piccoli”, inventato dallo stesso docente e artista. A Sant’Eusanio Forconese laboratorio, questa volta cinematografico, di Rokhsareh Ghaem Maghami, regista pluripremiata di origine iraniana. Infine l’attrice, regista, scenografa, insegnante di teatro e scrittrice Claudia Contin Arlecchino, che ha portato in scena a San Panfilo d’Ocre, Barisciano e Tornimparte, assieme al persone diversamente abili della Comunità 24 luglio, lo spettacolo, “Vizi e virtu’ di Arlecchino”, con i personaggi della commedia dell’arte e le maschere ispirate a quelle della fontana delle 99 cannelle all’Aquila.
Partecipatissimi anche gli incontri del Munda, finalizzati a raccontare le opere d’arte e tesori archeologici, ora conservati nel museo aquilano, negli stessi territori da dove provengono: i capolavori di Sebastiano di Cola a Casentino, frazione di Sant’Eusanio Forconese, sul culto della dea Feronia da Aveia ad Amiternum a Fossa, la Regina Lactans a Fontecchio, la Madonna con Bambino di Giovanni di Biasuccio a Barisciano, i cunicoli ipogei che un tempo accumulavano acqua, si ipotizza, per l’importante città romana di Frustenias a Villa Sant’Angelo, i corredi funerari del popolo dei Vestini a Poggio Picenze, il Trittico di Beffi, proveniente dalla Collegiata di Santa Maria del Ponte a Tione degli Abruzzi, l’antico culto del dio Silvano ad Acciano.
Nel salutare tutti i presenti Di Gregorio ha inteso riavvolgere il nastro della memoria con uno sguardo al futuro.
“Arca nasce in continuità con esperienze precedenti, in particolare ‘Riabitare con l’arte’ del 2021, ‘Terre Sonanti. Canti, storie e paesi in festa’, del 2023, ‘Terre Sonanti – Il Mammut’ nel 2024, oltre alle tante esperienze di arte e teatro comunitario condotte negli anni con ‘Libera Pupazzeria’, esplorando tutto il potenziale creativo di storie e tradizioni. In tutti i casi l’idea di fondo è stata quella di far emergere la pluralità di voci e di anime, di fili e legami che esistono tra le persone stesse e tra queste e i luoghi che abitano; attraverso il linguaggio extra quotidiano dell’ arte, attraverso processi culturali e artistici partecipati creare connessioni che siano germinative, che possano cioè stimolare visioni, apportare nuove energie e generare possibilità. L’idea non è solo portare cultura e arte ma farle accadere, creare le condizioni per”.
Il progetto, ha proseguito Di Gregorio, “è nato grazie ad un’ampissima rete di sostenitori, con 19 partner e più di 20 artisti nazionali ed internazionali, coinvolti oltre ai quattro funzionari storici dell’arte e archeologi del Munda. È stato un successo, ora possiamo dirlo, vista l’ampissima partecipazione di persone che con la loro presenza attiva hanno sostanziato e dato senso al tutto, e visto il desiderio sia da parte degli abitanti che degli artisti internazionali di tornare e continuare su questa strada. L’auspicio è che le energie multiformi che si sono attivate possano continuare ad esprimersi, creando bellezza e socialità, ridisegnando i nostri paesi in barba ai ” non-Chisciotte”, cito qui il bellissimo cortometraggio di Paolucci, che vorrebbero vederli svuotati, non solo dei nostri corpi, ma della nostra capacità di sognare, stare insieme e convivere nella molteplicità delle nostre storie e traiettorie esistenziali”.
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