16 Dicembre 2025 - 10:06:27

di Vanni Biordi

L’Aquila, cuore pulsante delle istituzioni regionali, si tinge oggi del giallo Coldiretti. Davanti a palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale d’Abruzzo, centinaia di agricoltori provenienti da ogni angolo dell’Abruzzo si sono dati appuntamento per gridare un fermo “basta”. Non è solo una protesta, dicono, ma un grido di sopravvivenza.

Il titolo del manifesto presentato è inequivocabile: “Abruzzo, basta dazio burocrazia“. Al centro della mobilitazione, la difesa del reddito di chi lavora la terra, messo alle strette da costi di produzione stellari e prezzi di vendita che non coprono nemmeno le spese.

«Le aziende non possono più sopravvivere tra ritardi e modulistica infinita. Chiediamo uffici regionali che funzionino davvero e tempi certi per i finanziamenti».

Quattro i pilastri della protesta odierna. In primis, lo sblocco dei fondi regionali. Secondo, la fine dei controlli duplicati: esiste un Registro Unico dal 2015 che nessuno usa, e gli agricoltori chiedono che alla prima irregolarità scatti la diffida e non immediatamente la sanzione.

Terzo, la battaglia sulla trasparenza. Coldiretti punta il dito contro i “trucchi sull’origine”: troppi prodotti esteri spacciati per abruzzesi. La richiesta è chiara: etichettatura obbligatoria e prodotti locali nelle mense pubbliche.

Arrosticini, zafferano, pasta, vino. Non sono solo cibo, ma l’identità di un territorio che oggi si sente tradito dalle importazioni sleali e dalle fitopatie che stanno decimando i raccolti, dal grano alle vigne.

La delegazione di Coldiretti Abruzzo chiede ora misure immediate: sostegni al credito agrario per i giovani e tavoli permanenti di filiera.

«Abbiamo veramente bisogno di salvaguardare il reddito delle aziende agricole – ha detto Pietro Paolo Martinelli, presidente regionale di Coldiretti – La fine dell’anno è per tutti un momento di festa e invece siamo preoccupati perché le nostre aziende agricole soffrono problematiche importanti, partendo dalla burocrazia, carte, ritardi e mancate calendarizzazioni e non abbiamo certezze, e quando un’azienda non ha certezza nei tempi e negli investimenti, crolla tutto. Anche in materia di controlli abbiamo problematiche importanti: dal 2015 esiste il certificato di controllo unico il Ruci, invece ci troviamo ogni anno a subire controlli su controlli anche sugli tessi argomenti. Badate bene, noi siamo per la legalità, ma vogliamo essere rispettati . Poi c’è il tema grosso delle aree interne: per contrastare lo spopolamento bisogna salvaguardare le aziende agricole e gli allevatori abruzzesi che sono davvero i custodi delle aree interne che presidiano e mantengono bello il nostro territorio e che creano un discorso socio-economico importante per la nostra regione. Chiediamo quindi tutele e rispetto per nostro lavoro».