18 Dicembre 2025 - 13:05:43

di Tommaso Cotellessa

Si è svolta presso il Campus Luiss di viale Romania la masterclass dal titolo “Rigenerazione territoriale e strategie post-sisma. Ricostruire economie, comunità e istituzioni nei territori dell’Appennino centrale”, promossa dalla Luiss School of Government in collaborazione con il Commissario Straordinario per la Ricostruzione del Sisma 2016.

L’iniziativa ha riunito numerosi sindaci dei comuni del cratere, docenti universitari ed esperti del settore, dando vita a un confronto approfondito sui modelli di governance, sugli impatti economici e sociali del sisma e sulle prospettive di sviluppo e rigenerazione delle aree colpite.

Dopo i saluti istituzionali del Prorettore per la Ricerca e la Terza Missione della Luiss, Stefano Manzocchi, e del Dean della Luiss School of Government, Gaetano Quagliariello, i lavori sono stati introdotti dal Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli. Nel corso della giornata sono state presentate ricerche e analisi dedicate ai principali ambiti che interessano i territori dell’Appennino centrale: economia, demografia, turismo sostenibile e governance della ricostruzione, con l’obiettivo di individuare strategie integrate per un rilancio strutturale dell’area.

«La ricerca che presentiamo oggi non è solo un approfondimento scientifico, ma una lettura integrata di un territorio complesso e di una sfida cruciale: trasformare la ricostruzione fisica in rigenerazione socio-economica», ha dichiarato Gaetano Quagliariello. «L’Appennino centrale vive una trappola demografica preesistente al sisma, aggravata dagli eventi del 2016, e una dinamicità economica che, sostenuta dalle risorse pubbliche, può ambire a tradursi in prospettive stabili di crescita. La ricerca evidenzia la necessità di una governance stabile, capace di superare la frammentazione amministrativa e di dialogare con i nuovi paradigmi europei».

Sulla stessa linea il Commissario Straordinario Guido Castelli, che ha sottolineato come la ricostruzione non possa limitarsi al recupero degli edifici: «La ricostruzione deve essere accompagnata da una profonda azione di riparazione economica e sociale. Attraverso il modello del Laboratorio Appennino centrale abbiamo lavorato per rafforzare le comunità, sostenere lavoro e impresa, investire su servizi, formazione, università e innovazione, contrastando lo spopolamento e restituendo prospettive, soprattutto ai giovani». Castelli ha ribadito l’importanza del dialogo con il mondo accademico per trasformare l’esperienza della ricostruzione in un vero laboratorio di politiche pubbliche orientate al futuro del Paese.

Un contributo determinante è arrivato dalla ricerca del Luiss Policy Observatory, che ha fornito un supporto tecnico e scientifico per riflettere sulla trasformazione di un’emergenza in un’opportunità di rilancio duraturo. «L’Appennino centrale non è e non deve essere una periferia, ma un territorio strategico», ha affermato Domenico Lombardi, direttore del Luiss Policy Observatory. «La sua rigenerazione non rappresenta una politica compensativa, ma un investimento di lungo periodo per l’Italia e un laboratorio di politiche pubbliche».

La ricerca ha messo in luce l’esistenza di un vero e proprio “modello Appennino centrale”, capace di offrire risposte alle crisi demografica e climatica e alla nuova questione territoriale nazionale, reinterpretando — senza rimuoverla — la storica questione meridionale. Un modello che si distingue anche per la diversa percezione della ricostruzione tra chi la vive quotidianamente nei territori e chi la osserva dall’esterno.

In questo contesto, l’estensione della Zona Economica Speciale (ZES) ai comuni del cratere sisma rappresenta un’opportunità strategica per le imprese, rafforzata dalle misure previste dalla Legge di Bilancio 2026 e dalla proroga dei benefici fino al 2028. Il modello di governance multilivello sperimentato nell’Appennino centrale si conferma inoltre utile in chiave europea, in vista del nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034, grazie alla capacità di coordinare risorse, obiettivi e competenze.

Alla masterclass hanno preso parte anche i docenti che hanno seguito il progetto — Alfonso Giordano, Davide Quaglione, Cesare Pozzi, Dario D’Ingiullo, Susanna Mensitieri, Luigina Paglieri — e Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè.