18 Dicembre 2025 - 16:22:07
di Martina Colabianchi
Resta aperta la minaccia della chiusura dello stabilimento di Raiano della Sodecia Automotive e del trasferimento della produzione a Chivasso, annunciata a fine novembre: è quanto emerso oggi nel corso di un incontro tra i vertici aziendali, rappresentanti politici e i 39 lavoratori in presidio davanti alla sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive, a Pescara.
Fortunatamente, è stato stabilito un nuovo confronto alla metà di gennaio, con l’impegno dell’azienda a non assumere decisioni definitive nel frattempo.
La speranza, quindi, non si spegne e la Regione è intenzionata a far valere la propria posizione per la salvaguardia dei lavoratori e delle famiglie. Per l’assessore regionale Tiziana Magnacca «non è accettabile la decisione di Sodecia di cessare la produzione nello stabilimento di Raiano senza valutare soluzioni alternative e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali».
Alla luce delle recenti decisioni Ue sullo stop alle auto termiche, l’assessore ha chiesto di sospendere la chiusura del sito per aprire un’interlocuzione con Stellantis e verificare possibili margini di intervento.
«Abbiamo ribadito all’azienda che esistono competenze e ammortizzatori sociali sufficienti per mantenere l’attività produttiva a Raiano», dichiara la vicepresidente del Consiglio regionale Marianna Scoccia.
«Le richieste che, insieme all’assessore regionale alle Attività produttive Tiziana Magnacca, abbiamo avanzato all’azienda sono state chiare e nette: fermare i licenziamenti – prosegue -. C‘è bisogno di tempo per individuare le soluzioni giuste e affrontare questa fase con lucidità e responsabilità. Abbiamo chiesto all’azienda di attivare immediatamente gli ammortizzatori sociali perché le commesse ci sono e non è accettabile ipotizzare un trasferimento della produzione a Chivasso senza aver prima esplorato ogni possibile alternativa».
Ma sono giorni difficili per i dipendenti dello stabilimento di Raiano, sui quali incombono «le annunciate lettere di trasferimento per lavorare a circa 800 chilometri di distanza, per 1.600-1.800 euro al mese, a oltre 50 anni di età e con famiglie che risiedono nella Valle Peligna», afferma all’Ansa Gianni Petrella, operaio della Sodecia di Raiano.
«Saremo costretti a rinunciare al trasferimento e a confidare negli ammortizzatori sociali. Intorno a noi vediamo crisi e chiusure aziendali in tutta la valle, uno scenario per niente tranquillizzante», conclude.
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