18 Dicembre 2025 - 17:10:07

di Vanni Biordi

Il futuro dell’area di Collemaggio, a L’Aquila, continua a scuotere il dibattito pubblico aquilano, trasformandosi da questione urbanistica a vero e proprio scontro di visioni sulla città post-sisma.

Dopo una settimana scandita da botta e risposta politici sul progetto del “Parco della Luna“, a rompere il silenzio è l’associazione Casematte. Il gruppo, che da oltre quindici anni ha trasformato quegli spazi in un fulcro di aggregazione giovanile e culturale, rivendica il diritto di non essere escluso dal domani di un’area che hanno contribuito a tenere in vita nel momento più buio.

«Non siamo in cerca di corsie preferenziali o trattamenti di favore», spiegano i rappresentanti dell’associazione, «ma chiediamo che il Comune riconosca il valore di quanto costruito finora. Chiediamo di poter continuare la nostra opera e, soprattutto, di essere parte attiva del processo decisionale».

La richiesta è chiara: partecipazione. Un termine che, secondo i ragazzi di Casematte, sarebbe mancato totalmente nelle ultime sedute del Consiglio comunale, dove il silenzio dell’amministrazione sul destino degli attuali presidi è stato interpretato come una chiusura netta. Al centro della contesa non c’è solo la filosofia del nuovo parco, ma anche il destino tecnico dell’edificio “B6”, la struttura che attualmente ospita i laboratori, i concerti e le attività sociali dell’associazione.

I dubbi sollevati non riguardano solo la logistica, ma la natura stessa di un progetto che rischia di calare dall’alto una nuova identità su spazi già densi di significato. La tensione è salita ulteriormente dopo le dichiarazioni della maggioranza e, in particolare, di Leonardo Scimia, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha evocato il tema dell’occupazione abusiva.

Una stoccata che l’associazione respinge con fermezza, citando i precedenti giudiziari: «Ricordiamo che i procedimenti a carico dei componenti del gruppo si sono conclusi con la piena estraneità ai fatti contestati. Restituire dignità alla nostra storia è il primo passo per un dialogo onesto». Mentre la politica si divide, la mobilitazione non accenna a spegnersi. Casematte annuncia che la battaglia per Collemaggio continuerà, non come una difesa di uno spazio fisico, ma come tutela di un’idea di città aperta, dove il sociale e il culturale non vengano sacrificati sull’altare della riqualificazione formale.