26 Settembre 2023 - 17:55:42

di Tommaso Cotellessa

Il Partito Democratico dell’Aquila, con una nota a firma del segretario cittadino Nello Avellani e del Capogruppo in Consiglio comunale Stefano Albano, è tornato ad intervenire sul tema della sicurezza nella città dell’Aquila e sulle iniziative messe in campo dall’amministrazione comunale.

Avellani e Albano in particolare fanno riferimento alle parole del Consiglieri di maggioranza Luigi Faccia relative all’utilizzo dell’esercito la tutela della sicurezza nel capoluogo abruzzese.

“Sebbene il sindaco Biondi, non più tardi di qualche mese fa, avesse parlato dell’Aquila come di “una delle città più sicure e tranquille d’Italia, dove vivere e far crescere i nostri figli” – citiamo le sue parole testuali – oggi apprendiamo che, al contrario, ci sarebbe addirittura bisogno dell’intervento dell’esercito nelle strade del centro storico per “la prevenzione e il contrasto alla criminalità”. queste le parole dei due esponenti Dem.

In una intervista al quotidiano ‘Il Centro’, pubblicata stamane, Faccia ha confermato che l’ordine del giorno presentato nei giorni scorsi, con la richiesta di ripristino dell’operazione ‘Strade sicure’ in centro storico, è stato discusso con il primo cittadino: “Nessuna differenza di vedute tra me e il sindaco”, ha tenuto a sottolineare il consigliere comunale.

Avellani e Albano hanno inoltre ricordato che l’operazione ‘Strade sicure’ era stata avviata nel 2008, sul territorio nazionale, in relazione “alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto della criminalità e del terrorismo“, dunque chiederne il ripristino per la città dell’Aquila significherebbe dichiarare che la situazione è totalmente fuori controllo. “Evocare l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze armate con funzioni di agenti di pubblica sicurezza, tra le strade del centro storico, è una ammissione di fallimento dell’amministrazione comunale che, evidentemente, non è in grado di garantire l’ordine pubblico tanto da volersi rivolgere all’esercito”.

Siamo davvero arrivati al punto di volere le camionette in città, come accade in territori di frontiera piegati dalla criminalità? È questa l’immagine che vogliamo restituire, quella di una città militarizzata? A sette anni dall’insediamento della destra, la tanto decantata rinascita dell’Aquila – il modello di ricostruzione che Biondi racconta all’Italia – ci ha portato fino al punto di doverci rivolgere all’esercito per mantenere l’ordine pubblico?

Queste sono le domande che si pongo glie esponenti dell’opposizione e aggiungono che tutto ciò rappresenta una ammissione di incapacità, “è il fallimento dell’amministrazione Biondi” .

Per noi, chiedere l’intervento dell’esercito è una risposta sbagliatissima alla pur legittima richiesta di sicurezza di cittadine e cittadini.  È evidente che siano aumentati i fenomeni di devianza, di microcriminalità, che stanno determinando una diffusa percezione di insicurezza tra le aquilane e gli aquilani, ma non è certo militarizzando la città che si offre una risposta al problema. Anzi. Siamo convinti ci sia bisogno di una maggiore sinergia tra le Istituzioni e le forze dell’ordine, che vada potenziato il personale impiegato in Questura così come il contingente di Polizia municipale, lasciato colpevolmente sotto organico dall’amministrazione, così da garantire maggiore efficacia nel contrasto agli episodi di microcriminalità che si stanno verificando negli ultimi mesi. Tuttavia, la risposta vera che una amministrazione dovrebbe garantire sta nella realizzazione di interventi di carattere sociale e di inclusione, rivolti alle fasce più vulnerabili e marginali, nonché di riqualificazione socio culturale delle aree urbane. Per farlo, secondo noi, dovrebbe avviare una collaborazione più strutturata con tutto il mondo dell’associazionismo attivo in città, in modo da riuscire in una migliore progettazione e proficuo stanziamento delle risorse che per il sociale non sono mai state abbastanza. Va recuperato, inoltre, lo spazio pubblico come luogo di incontro, socialità, cultura soprattutto per le giovani generazioni che, oggi, in centro storico così come nelle periferie, non hanno alternativa alla cosiddetta ‘movida’. L’amministrazione dovrebbe preoccuparsi dell’assenza di centri culturali, di biblioteche, di sale cinema, di spazi aperti e gratuiti di cui le giovani generazioni hanno profondamente bisogno per la loro crescita, personale e sociale. L’amministrazione dovrebbe preoccuparsi di illuminare i tanti luoghi bui di questa città, di curare gli spazi pubblici per renderli frequentabili dai cittadini: è una comunità attiva e presente la miglior forma di prevenzione possibile; negli spazi abbandonati, e ce ne sono tantissimi in centro e in periferia, è più facile che si verifichino episodi di devianza.

Non vogliamo arrenderci all’idea di una città presidiata dall’esercito, e non lo faremo. Vogliamo un futuro diverso per L’Aquila e per i nostri figli. “

Questa la ricetta proposta dal PD L’Aquila