19 Dicembre 2025 - 11:26:00
di Redazione
Un’affluenza ampia, plurale, intergenerazionale. L’evento di presentazione dell’associazione Oltre, tenutosi nella giornata di ieri presso il locale aquilano Wild, ha registrato la partecipazione di centinaia di cittadini tra giovani, famiglie, professionisti, amministratori del capoluogo e del territorio, rappresentanti del mondo istituzionale, universitario e associativo. Con un segnale chiaro: L’Aquila è una città viva, in grado di costruire occasioni di confronto collettivo per guardare al futuro con consapevolezza.
I numeri da cui si parte non sono astratti. In Abruzzo il 17% dei giovani è NEET: uno su sei non
studia, non lavora e non è inserito in alcun percorso formativo. Stando alle analisi statistiche più
recenti, negli ultimi due anni 10.299 giovani hanno lasciato la regione, tra cui 3.572 laureati con età
tra i 25 e i 35 anni. Non è semplice mobilità, ma una vera e propria trappola dei talenti, che combina
calo della popolazione in età lavorativa, pochi laureati e un saldo migratorio negativo pari al -7,6%.
A tutto questo si somma una fragilità più profonda, generazionale: la salute mentale è il oggi il tema
più sentito dal mondo giovanile. In Italia 10% della popolazione rinuncia alle cure, tre persone su
quattro non hanno accesso a una cura di prossimità, mentre aumentano i disturbi del comportamento
alimentare tra adolescenti e giovani adulti.
L’associazione nasce da questa consapevolezza: creare uno spazio di elaborazione, proposta e
costruzione collettiva, animato da decine di giovani che provengono da mondi diversi e
complementari – volontariato, rappresentanza studentesca, associazionismo e mondo delle
professioni – con un obiettivo principale: trasformare l’energia generazionale in capacità progettuale,
contribuendo in modo concreto allo sviluppo della città e del territorio. L’associazione, come spiegato
dal giovane Lorenzo Tursini, moderatore dell’evento, nasce per rafforzare il legame tra giovani,
istituzioni e comunità, intercettare bisogni reali, generare idee e accompagnarle verso soluzioni
sostenibili e condivise.
«Oggi L’Aquila e l’intero territorio hanno una possibilità straordinaria: essere Capitale Italiana della
Cultura – ha dichiarato l’architetto Alberto Leone, dottorando all’università dell’Aquila e presidente
dell’associazione – Oltre nasce innanzitutto per combattere la rassegnazione. Non vogliamo essere
una generazione che racconta solo ciò che non va, ma assumerci una responsabilità chiara: la cultura
è spazio di incontro, di elaborazione e di proposta. Questa associazione non sarà un contenitore
identitario, ma un laboratorio aperto per costruire opportunità, valorizzare i talenti della città e creare
le condizioni perché sempre più giovani possano scegliere di restare, partecipare e investire il proprio
futuro a L’Aquila e nelle aree interne».
«Come giovane dottoranda – ha detto Vittoria Nardis, che sta svolgendo il suo dottorato di ricerca
all’Università dell’Aquila proprio sulle aree interne – credo che questo spazio sia fondamentale per
aggregare energie e competenze su L’Aquila e sul suo territorio. Interpretiamo la voce di tanti giovani
che, dopo percorsi di studio e lavoro fuori città, hanno scelto di tornare e credere in questa terra. Oggi
c’è uno strumento nuovo per prendere mettere a sistema idee, proposte e progetti. È un segnale
concreto di futuro e partecipazione».
A portare il punto di vista universitario è stato Nicola Di Campli, docente di scuola primaria e
rappresentante degli studenti all’Università dell’Aquila: «Università e territorio non possono vivere
separati, ma devono dialogare in modo strutturato. La formazione può essere un’opportunità concreta
di permanenza solo se legata a reali prospettive di lavoro. Una città universitaria matura deve attrarre
studenti ma anche offrire loro un orizzonte di futuro, rendendoli parte attiva dei processi di sviluppo
e trasformazione del territorio. Proveremo a riannodare questi legami, creando spazi di partecipazione
civica. La risposta della città dimostra che c’è bisogno di futuro».
Tra gli amministratori presenti in sala, a intervenire è stato anche Alessandro Maccarone, consigliere
del comune dell’Aquila: «L’Aquila è una città che in questi anni ha dimostrato una straordinaria
capacità di rialzarsi e di ricostruire, è divenuta modello nazionale grazie a un’azione amministrativa
guidata dal sindaco Pierluigi Biondi che ha rimesso in moto cantieri, servizi e spazi pubblici. Oggi
la vera sfida è governare la fase successiva alla ricostruzione, quella che riguarda l’anima della nostra
comunità, anche attraverso la straordinaria opportunità di Capitale Italiana della Cultura: qualità della
vita e dei servizi, opportunità per i giovani, rapporto tra formazione e lavoro. Luoghi di confronto
come questo sono preziosi perché intercettano bisogni reali e producono visione condivisa. Una città
è davvero viva quando sa ascoltare, mettere in rete competenze diverse e trasformare il dibattito in
decisioni pubbliche. È su questa capacità di tenere insieme istituzioni, associazioni, e nuove
generazioni che si gioca il futuro dell’Aquila come città attrattiva, inclusiva e protagonista».
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