19 Dicembre 2025 - 12:02:33

di Tommaso Cotellessa

Una giornata storica, una di quelle che la città dell’Aquila ha vissuto, vive e continuerà a vivere.

Un filo che si ricuce attraversando sedici anni di ferite e di rinascita, restituendo al capoluogo abruzzese spazi rinnovati e ricostruiti, pronti a tornare a essere riempiti di vita, di colori e di relazioni.

Il Castello Cinquecentesco si riapre alla città come casa della cultura, della storia e del patrimonio artistico. Torna infatti ad accogliere il Museo Nazionale d’Abruzzo (Munda), che rientra simbolicamente nella sua sede naturale. In questa prima fase viene restituita alla fruizione pubblica l’ala sud-est del Castello, dove tornano a trovare spazio 98 opere del museo che raccontano l’Abruzzo dal IX al XVI secolo.

A sottolineare la portata simbolica della riapertura è stata la direttrice del Munda, Federica Zalabra, che ha parlato di un’emozione profonda e condivisa. La data del 19 dicembre non è casuale: dieci anni fa, nello stesso giorno, veniva inaugurata la sede provvisoria del museo a Borgo Rivera. Oggi si compie un nuovo, fondamentale passaggio del percorso di ritorno a casa.

Il percorso espositivo è il risultato di circa due anni di lavoro e si sviluppa seguendo un criterio cronologico, ma anche tematico, offrendo al visitatore occasioni di riflessione su aspetti centrali della produzione artistica regionale, come la statuaria e figure di rilievo quali Saturnino Gatti e Cola dell’Amatrice. Il percorso è destinato ad ampliarsi progressivamente, man mano che nuove sale verranno riconsegnate.

Parallelamente, continueranno le aperture straordinarie della sede di Borgo Rivera, che conserva la sezione archeologica e le opere comprese tra il Seicento e l’Ottocento. Nel corso del prossimo anno riprenderanno inoltre i lavori all’interno del Castello: l’obiettivo è arrivare, entro un paio d’anni, non solo alla riapertura del secondo piano, ma anche alla restituzione dell’area archeologica.

In vista dell’appuntamento con L’Aquila Capitale italiana della Cultura, la scelta di riaprire ora il Castello assume un valore strategico. Il Munda si propone come uno dei pilastri dell’offerta culturale cittadina e come interlocutore di alto livello per chi visiterà la città.

Fondamentale il ruolo dell’Ufficio speciale per la ricostruzione della città dell’Aquila (Usra), che ha operato come stazione appaltante del progetto. Come spiegato dal titolare dell’ufficio, Salvo Provenzano, si è trattato di una sfida inedita, affrontata in stretta collaborazione con il Munda, che ha consentito di acquisire nuove competenze. Il risultato è un museo moderno, interattivo e accessibile, con una fortissima attenzione alla tutela antisismica delle opere.

Sono state realizzate diciotto teche antisismiche e oltre duecentotrenta sistemi di fissaggio antivibranti, progettati per evitare che eventuali scosse possano danneggiare le opere, come avvenuto nel terremoto del 2009. Il principio di funzionamento è analogo a quello delle piastre utilizzate nel progetto C.A.S.E. e rappresenta un unicum nel panorama nazionale e internazionale per opere di queste dimensioni.

Ad impreziosire la giornata la presenza di Massimo Osanna, direttore generale dei Musei, che ha definito la riapertura «un giorno di festa per L’Aquila e per l’Italia». «È una ferita che si rimargina – ha dichiarato – con un museo rinnovato e adeguato agli standard contemporanei della museologia, caratterizzato da una forte attenzione all’accessibilità».

Un museo che parla a tutti, grazie a strumenti pensati per un’accessibilità globale, e che si propone come luogo vivo, di incontro e di confronto, dove tornare più volte. Un segnale forte di ricostruzione culturale e civile, nel cuore della città.

«Con la riapertura del Museo Nazionale d’Abruzzo nella sua sede storica, il MuNDA torna a casa e la città ritrova il suo Castello. Dopo sedici anni di attesa, viviamo un momento di straordinario valore simbolico. La riapertura del settore sud-est del Castello Cinquecentesco, insieme a 98 capolavori, rappresenta un primo, fondamentale passo verso la piena restituzione del complesso monumentale e delle collezioni alla comunità. È l’inizio di un percorso che guarda alla riapertura totale e alla piena rifunzionalizzazione di uno dei presìdi culturali più importanti dell’intero Abruzzo. Questo risultato è il frutto di una grande sinergia istituzionale, che desidero sottolineare e ringraziare, dal ministero della Cultura alla Regione Abruzzo, fino al ruolo decisivo dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila, che ha curato la complessa fase di musealizzazione. Un lavoro corale che dimostra come la collaborazione tra enti sia la chiave per trasformare la ricostruzione in rinascita culturale. Questo traguardo assume un significato ancora più profondo in vista di Capitale italiana della Cultura 2026. Ricordo ancora i concerti nel cortile o nell’auditorium della società aquilana dei concerti ‘B. Barattelli’. Restituire i luoghi simbolo, riaprire i grandi contenitori culturali e rafforzare il sistema museale cittadino significa costruire, con concretezza, le basi di un progetto culturale duraturo, all’altezza della storia e delle ambizioni dell’Aquila», ha commentato il sindaco Biondi.