19 Dicembre 2025 - 15:20:16
di Martina Colabianchi
La Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato il reclamo dei legali contro l’ordinanza del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila che aveva sospeso la responsabilità genitoriale a Nathan Trevallion e Catherine Birmingham e disposto il collocamento dei loro tre figli minori in una casa famiglia a Vasto.
I tre bambini si trovano nella struttura, dove la madre può stare con loro in alcuni momenti della giornata, a causa di riscontrate criticità igienico-sanitarie nella casa del bosco in cui vivevano a Palmoli, in provincia di Chieti, e dubbi sul percorso educativo.
Per la “famiglia nel bosco” la situazione resta, quindi, quella di cui all’ordinanza che ha portato al trasferimento dei bambini il 20 novembre scorso.
Dure le reazioni della politica, intervenuta sulla vicenda a più riprese, a partire da ministri del Governo.
«E così, neanche per Natale i bambini della cosiddetta ‘famiglia nel bosco’ potranno tornare a casa con mamma e papà», afferma la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella in un post su Facebook.
«Di questa famiglia abbiamo letto tutto e di tutto, con un’intromissione di apparati dello Stato in scelte e stili di vita che – aggiunge – ciascuno è libero di non condividere ma che ancora non si capisce cosa abbiano a che fare con una decisione, quella di separare i figli dai genitori, che dovrebbe essere assunta solo in casi estremi e di fronte a pericoli vitali. Abbiamo letto sui giornali le valutazioni dei magistrati e dei servizi sociali sulle potenziali conseguenze di abitudini e scelte educative, ma assai meno sembra che ci si preoccupi delle conseguenze psicologiche che l’allontanamento dalla famiglia può produrre su bambini così piccoli, e che sono destinate a durare. Non si tratta di contrapporre l’Eden del bosco al Moloch statale, ma di ribadire un concetto che troppo spesso ormai sembra essere dimenticato: gli allontanamenti dei minori devono essere un’extrema ratio, dettata da rischi gravissimi e immediati, non decisioni che, con tutto il rispetto, legittimano il sospetto che ci si trovi al tempo stesso di fronte a una deriva ideologica e a un arroccamento corporativo. Quando ci sono di mezzo i bambini – conclude la ministra – non devono esistere né ideologie né corporazioni. Faremo tutto ciò che è possibile e che è necessario per cambiare questo sistema, nel supremo interesse dei minori».
«Per questi giudici una sola parola: VERGOGNA. I bambini non sono proprietà dello Stato, i bambini devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà!», ha scritto su X il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini.
«Davvero assurda la decisione dei giudici che impedisce ai bambini della cosiddetta ‘famiglia del bosco’ di tornare a casa per le festività – dichiara anche Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia -. Staccare i bambini dai propri genitori rappresenta il gesto più estremo e doloroso che si possa compiere. Farlo nel periodo di Natale, un momento simbolo di affetto e calore familiare, è ancor più inaccettabile. Errare è umano, perseverare è diabolico. È fondamentale riflettere sulle conseguenze di scelte così drastiche e fare in modo che l’interesse dei minori rimanga sempre al centro. Tanti bambini hanno paure e fragilità, alcune quotidiane e innocue, come la paura della doccia, che anche mio figlio conosce. È nostro dovere proteggerli e tutelarli in ogni circostanza, senza derive che sembrano più ideologiche e non invece dettate dal buonsenso».
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