27 Settembre 2023 - 09:49:37

di Tommaso Cotellessa

Nel corso di un’attività ispettiva il Comando Provinciale della Guardia di Finanza Chieti ha individuato, presso lo stabilimento “MAX CINA” a San Giovanni Teatino, 227 lavoratori irregolarmente impiegati, dei quali 61 completamente in “nero”. Impartita alla società una multa di oltre 220.000 euro.

Nello specifico, le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico – finanziaria, nel corso di un controllo fiscale società in questione hanno constatato che, dal 2021 in maniera sistematica, i lavoratori dipendenti erano stati impiegati in parziale o totale evasione contributiva; condotte che hanno dato luogo a violazioni della legislazione in materia di lavoro.

Il reato è stato comprovato dal ritrovamento di una copiosa quantità di documenti che provano l’esistenza di una gestione parallela nella quale erano riportate operazioni non contabilizzate. Il rinvenimento di tali documenti si è reso possibile anche grazie all’intervento di un militare specializzato in “Computer Forensics & Data Analysis”, che ha il compito di dare supporto tecnico alle investigazioni per la raccolta di elementi di prova su sistemi informatici.

I documenti rinvenuti provano che:

  • le retribuzioni dei dipendenti che, anche se formalmente assunti con contratti part-time, venivano impiegati a tempo pieno fino a 12 ore al giorno per 6 giorni settimanali;
  • la presenza di addetti risultati privi dei relativi contratti di lavoro;
  • il sistematico ricorso alla retribuzione in contanti per le ore di lavoro effettivamente prestate in esubero a quelle “conteggiate” in busta paga, tramite erogazioni non “tracciate”.

Ne segue che all’interno dello stabile era stato costruito un “sistema” collaudato finalizzato all’elusione degli obblighi fiscali e contributivi, ciò avvalorato da numerosi dipendenti ed ex-dipendenti che, vincendo il vincolo di subordinazione legato alla regola del “prendere o lasciare”, dettato dall’impresa, hanno reso dichiarazioni confermi alle ricostruzioni operate dai militari.

Nei confronti della società MAX CINA è stata avviata la procedura della diffida alla regolarizzazione delle posizioni dei lavoratori ed al pagamento della maxi-sanzione, calcolata ricostruendo le giornate di effettiva presenza al lavoro dei dipendenti, in circa 180.000 euro e in aggiunta oltre 40.000 euro riferibili a diverse, ulteriori irregolarità riscontrate, quali l’omessa o infedele registrazione di dati obbligatori sul “libro unico del lavoro” e la violazione dell’obbligo di tracciabilità dei pagamenti delle retribuzioni.

Il Comandante Provinciale Michele Iadarola ha evidenziato l’efficacia dell’azione di contrasto, delle Fiamme Gialle teatine, verso il fenomeno del sommerso da lavoro che costituisce una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati e alimentando – di fatto – una competizione sleale a scapito delle imprese oneste, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti.