21 Dicembre 2025 - 10:19:56

di Martina Colabianchi

Un orso bruno marsicano è morto dopo essere stato investito sabato sera sulla strada statale Sora-Avezzano.

Si tratta di un esemplare di età compresa tra i 4 e i 6 anni, probabilmente morto sul colpo a causa del trauma subito, come rende noto il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in un post su Facebook.

L’incidente è avvenuto intorno alle 22 nei pressi dell’uscita Le Rosce, al chilometro 27, in un’area esterna sia al Parco sia all’area contigua.

Il Parco è stato interessato dalla Centrale Operativa dei Carabinieri di Tagliacozzo che, in assenza di altri veterinari, hanno fatto ricorso all’equipe del Parco. La veterinaria ha certificato il decesso dell’animale, verosimilmente causato da un trauma cranico.

La carcassa è stata rimossa e trasferita presso la sede del Parco a Pescasseroli, da dove sarà successivamente inviata all’Istituto zooprofilattico di Teramo per la necroscopia e gli accertamenti del caso.

Sulla dinamica dell’incidente, che ha coinvolto almeno due veicoli, indagano i carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo. Non si registrano feriti gravi; uno dei conducenti ha riportato un trauma a una spalla ed è stato accompagnato in ospedale per accertamenti.

«È un episodio che si aggiunge a una serie già lunga e che richiama, ancora una volta, la complessità della convivenza tra fauna selvatica, infrastrutture e territori abitati. Una complessità che difficilmente può essere compressa in risposte semplici o immediate che non sempre riescono a raccontare tutti gli aspetti della realtà», si legge nel post pubblicato nella notte dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Negli ultimi 20 anni, nel periodo 2003-2024, stando ai dati disponibili di ISPRA, sono morti 52 orsi marsicani. Tra le principali cause figurano l’investimento, l’uccisione illegale e l’avvelenamento.

Tra gli esemplari morti investiti negli ultimi anni, fece scalpore il caso dell’orso bruno marsicano Juan Carrito, travolto e ucciso nel 2023 da un’auto lungo la strada statale 17 all’altezza di Castel di Sangro in provincia dell’Aquila; e poi un altro orso ucciso nell’estate 2024, a metà agosto, investito questa volta sulla statale Sora-Avezzano all’altezza di Canistro in Valle Roveto. 

Per Legambiente, quanto accaduto certifica «l’urgenza di mettere in campo soluzioni e azioni operative di lungo periodo per una corretta coesistenza tra uomo e animali selvatici – spiega Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità dell’associazione -. Oggi una delle sfide più importanti, che va di pari passo con quella della tutela, riguarda la gestione di questa sottospecie endemica, in pericolo critico di estinzione inserita nelle liste rosse IUCN, anche attraverso la messa in sicurezza delle infrastrutture, delle strade e della gestione dei rifiuti. Per questo oggi ribadiamo l’urgenza di realizzare nella Penisola i cosiddetti corridoi ecologici, strumenti già utilizzati con successo all’estero mentre in Italia purtroppo si procede troppo a rilento sebbene l’Unione Europea abbia fornito indicazioni chiare sulla realizzazione delle infrastrutture verdi e blu per tutelare il capitale naturale. Ad esempio, i Monti Ernici sono un corridoio ecologico fondamentale per la tutela dell’Orso bruno marsicano, una cerniera tra Lazio e Abruzzo con diversi siti Natura 2000, che andrebbero gestiti in maniera più adeguata e unitaria attraverso la realizzazione di un’area protetta interregionale. Per tutelare e gestire al meglio la biodiversità, dagli Appennini alle Alpi, è fondamentale un’alleanza solida e forte tra parchi, comunità locali e istituzioni».