23 Dicembre 2025 - 11:56:59
di Redazione
«Signor sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, signori consiglieri e assessori, con la presente, come da vari anni ormai, torno a scrivervi in occasione del santo Natale, per rammentare i tanti problemi irrisolti che affliggono la frazione di Paganica, le tante parole da propaganda elettorale rimaste tali, dei fatti che non si vedono, dei disagi crescenti dei nostri concittadini».
Esordisce così nella ormai tradizionale lettera di Natale all’amministrazione comunale dell’Aquila, Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio, popolose frazioni ad est del capoluogo.
Lettera che cade in un momento speciale, prosegue Galletti, «in quanto L’Aquila è stata nominata Capitale italiana delle cultura 2026, un riconoscimento prestigioso, conferito da una commissione di esperti, i quali nella loro valutazione sicuramente avranno preso visione degli interventi amministrativi atti a promuovere la valorizzazione del proprio territorio, del patrimonio storico architettonico e protagonismo culturale anche anche delle frazioni, e non solo della città intra moenia. Un’occasione unica per mostrare la rinascita dopo il terremoto del 2009, non solo della città, ma anche dell’intero territorio»
Il problema però, sottolinea Galletti, «è che i fatti raccontano tutt’altro, a proposito di città territorio, di città multiverso, di cui ci si riempie la bocca. Signor Sindaco e signori consiglieri comunali paganichesi in carica Daniele Ferella e Guglielmo Santella, vi ricordo che ai problemi ormai incancreniti se ne sono aggiunti di nuovi, che sanno di ripicca dell’Asbuc, a voi non gradita politicamente, e di accanimento nei confronti dei cittadini paganichesi».
Elenca dunque Galletti: «Il fiume Vera è una fogna a cielo aperto con tanto di salmonella, il torrente Raiale è in parte scomparso sotto la vegetazione infestante che ostruisce lo scorrimento dell’acqua, la fogna a cielo aperto in località la Concia è ancora lì, e lo denunciamo da circa venti anni. In tutto ciò si registra un sostanziale disinteresse verso l’operato del Consorzio di bonifica Aterno e Sagittario che interviene anche là dove non ha competenze come sul canale d’irrigazione dell’Ortera, chiuso con cemento a causa dell’esposto di un privato».
Si chiede poi Galletti: «il Polo scolastico paganichese che fine farà, si riuscirà a rispettare le tempistiche richieste dal Pnrr, dopo che c’è stata la revoca e la riassegnazione dell’appalto? Saranno effettuati gli interventi per quel che riguarda i bagni pubblici nei pressi del Santuario della Madonna d’Appari e sui cimiteri di Paganica e San Gregorio? Sarà completato il ripristino dei tombini in via del Rio? A che punto siamo con il presidio sanitario di Paganica ad oggi completato ma non ancora restituito alla sua funzione per via di cavilli burocratici?»
E ancora, a proposito di L’Aquila capitale della cultura: «vorrei anche ricordare che emergenze architettoniche quali chiesa di Sant’Antonio, l’adiacente fonte monumentale con il lavatoio, la chiesa Madre e Santo Rivoru sono ancora avvinte da puntellamenti in legno post sisma oramai marcescenti e pericolosi».
Galletti denuncia poi il silenzio dell’amministrazione comunale sul «gasdotto Snam ed il suo attraversamento devastante lungo tutta la dorsale appenninica toccando tutti gli otto comuni più terremotati d’Italia».
C’è poi la nuova viabilità paganichese, paralizzata nelle ore di punta: «consiglieri Ferella e Santella, vi rendete conto che a causa di nuovi e cervellotici sensi unici, il rione Sant’Antonio come i rioni Colle, Corvenisce, San Bartolomeo, la Romana, via Onna, Casale, Paganica 2 sono attualmente prigionieri del traffico e degli ingorghi quotidiani? E pensare che per agevolare l’ingresso alle scuole elementari in via del Rio l’attuale utilissimo largo intitolato al benemerito dottor Attilio Cerone, venne realizzato a beneficio di tutta la collettività con l’ausilio di volontari proprio dall’associazione Monte Manicola presieduta dal sottoscritto nei primi anni 2000. Ad oggi via del Rio, via Sant’Emidio e le loro parallele risultano intasate da macchine in cerca di una via di fuga verso la piazza, Pietralata e Tempera, mettendo a rischio pedoni e bambini e penalizzando le numerose attività commerciali. Non siamo allo sfascio, siamo allo sfascismo».
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