26 Dicembre 2025 - 13:03:41

di Martina Colabianchi

«L’Aquila è oggi l’unico capoluogo di regione in Italia ad essere stato declassato. Questa è la dura verità su cui né il sindaco né il direttore territoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sembrano volersi soffermare. Una verità che nessun comunicato rassicurante può cancellare».

Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il consigliere comunale Paolo Romano commentano così il comunicato stampa congiunto del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e del direttore territoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Maurizio Montemagno, che hanno rassicurato la cittadinanza sullo stato dell’arte relativo alla sede aquilana.

Primo cittadino e direttore hanno dichiarato, tra le altre cose, che «l’Area Territoriale dell’Aquila beneficia di una Posizione Organizzativa di Elevata Responsabilità e di un incremento dell’impegno economico di quasi il 40% per le quattro posizioni organizzative rispetto al precedente Ufficio delle Dogane».

Ma, secondo Pietrucci e Romano, il comunicato diffuso «appare come un tentativo di rassicurazione politica che altro. Anzi a una lettura attenta, si smentisce da solo».

«Si parla di “rafforzamento” della sede aquilana, ma si ammette implicitamente che L’Aquila non è più un centro decisionale, bensì una semplice Area Territoriale subordinata a una Direzione collocata altrove. Un arretramento istituzionale evidente, mascherato da un elenco di funzioni operative e da formule burocratiche che non modificano la sostanza di ciò che già si conosceva: il capoluogo d’Abruzzo perde peso, autonomia e capacità di incidere», continuano.

«Non solo. La riorganizzazione descritta ha prodotto un vero e proprio spezzatino interno agli uffici, che dimostra l’assenza di una strategia chiara e coerente. Altro che rafforzamento: gli uffici vengono sfilacciati, frammentati, privati di una visione unitaria. L’Aquila si ritrova con l’Antifrode e quattro posizioni organizzative, a fronte delle nove di Pescara. Uno squilibrio evidente, che rende palese come il presunto potenziamento sia poco più di uno specchietto per le allodole per una città che avrebbe dovuto vedere consolidati e rafforzati i propri presìdi».

«Anche l’Ufficio Tecnico si rivela, nei fatti, una trovata prevalentemente comunicativa: l’ufficio ha sede a Roma, con un distaccamento di pochissime unità a L’Aquila e un dirigente costretto a dividersi tra la Capitale e il capoluogo abruzzese. Di fatto L’Aquila è diventata ufficio di supporto nei riguardi di Pescara e del Lazio, altro che centralità. Ancora più grave – dicono ancota – è il tentativo di presentare come un successo il fatto che il dirigente dell’Ufficio Tecnico svolga anche le funzioni di Vicario del Direttore territoriale. Una supplenza non è una direzione. È, al contrario, l’ennesima conferma che le decisioni strategiche si assumono altrove, mentre a L’Aquila restano funzioni esecutive e residuali».

«A tutto questo – proseguono – si aggiungono i disagi, tutt’altro che inesistenti, per gli operatori economici del territorio, costretti a recarsi a Pescara anche per adempimenti ordinari, come il rilascio di semplici contrassegni. Se tali disservizi oggi non sono ancora esplosi in tutta la loro gravità, lo si deve esclusivamente al senso di responsabilità e alla disponibilità dei dipendenti, costretti a fare da navetta tra L’Aquila e Pescara per supplire a una riorganizzazione inefficiente».

«Si è così passati dal progetto di rilancio e sviluppo economico messo in campo dal centrosinistra con Restart a un declassamento delle Dogane che impoverisce il territorio, senza che nessuno abbia sentito il dovere, neppure minimo, di chiedere scusa alla città per quanto accaduto. Continueremo a chiedere con forza di fermare l’attuazione di questa riforma o, quantomeno, di riconoscere – attraverso le norme di prossima approvazione in Parlamento – la particolarità e la fragilità del territorio aquilano, che sta ancora faticosamente uscendo dai terremoti del 2009 e del 2016», concludono Pietrucci e Romano.