29 Dicembre 2025 - 17:53:39

di Vanni Biordi

C’è un momento esatto in cui il tempo, tra le pieghe del Gran Sasso, sembra fermarsi. Accade quando l’imbrunire avvolge il borgo di Camarda e le prime torce iniziano a disegnare ombre lunghe sulle pietre vive.

La XXXIV edizione del Presepe Vivente non è stata solo una rievocazione, ma un rito collettivo che l’Associazione Culturale “Il Treo” rinnova con la tenacia tipica della gente dell’Abruzzo di montagna, sostenuta da Regione, Comune e Fondazione Carispaq.

Quest’anno, però, il silenzio della Natività ha portato con sé un’emozione più densa. La manifestazione è stata dedicata alla memoria di Ettore Polidoro, figura centrale, pilastro di una comunità che nell’allestimento del presepe ritrova ogni anno le proprie radici. Un passaggio di testimone ideale che si riflette negli occhi della piccola Aurora Battistoni, l’ultima nata del paese, che come da tradizione ha interpretato Gesù Bambino. Accanto a lei, Angelica Spagnoli, la Madonna, Raffaele Battista, San Giuseppe e Sara Scipioni, l’Arcangelo Gabriele. Quattro figure che hanno guidato un corteo di oltre 150 comparse.

Il percorso itinerante si è snodato tra i vicoli, trasformando le cantine e gli slarghi in laboratori di memoria di una Camarda antica: il fabbro, il falegname, le ricamatrici. Un realismo cercato e voluto, arricchito da sodalizi con i paesi vicini che hanno reso l’evento un esempio di coesione territoriale. Non sono mancate le novità: il tragitto e l’ambientazione della capanna sono stati ripensati per offrire scorci inediti anche ai visitatori più fedeli.

Ma Camarda è anche esperienza dei sensi. Il freddo della montagna viene mitigato dai sapori della tradizione contadina con il profumo del vin brulé che si mescola a quello dei “tritolegli patane e fasciori”, delle pizze fritte e delle zeppole appena calate nell’olio. È stata un’accoglienza calda, che è culminata sotto lo sguardo della grande stella cometa di 15 metri che domina il monte Intagliata.

All’ingresso del paese, il presepe fisso con i personaggi dipinti su legno accoglie chi arriva, mentre la luce della cometa brilla come una promessa mantenuta.

Quando le luci elettriche si sono spente, è stato solo il fuoco a guidare i passi verso la Grotta, in una dimensione sospesa tra storia e spiritualità.

Un appuntamento sentito e partecipato anche quest’anno.