06 Giugno 2023 - 12:32:04

di Martina Colabianchi

Arriva da Brescia una sentenza che potrebbe influire in maniera rilevante sulla questione cittadini residenti e movida selvaggia in centro storico.

Una coppia, residente nella città lombarda, nel lontano 2012 aveva fatto causa al Comune chiedendo un risarcimento danni per “immissione di rumore” causata dai giovani cittadini che, fino a tarda notte sotto le loro finestre, riempivano il corso cittadino turbando il sonno dei vicini residenti.

La causa fu prima vinta, poi persa in appello. La Cassazione, però, ha ora riaperto il caso sostenendo che i cittadini hanno tutto il diritto a richiedere il risarcimento a quelle amministrazioni comunali che non “garantiscano il rispetto delle norme di quiete pubblica e di conseguenza non tutelino la salute dei cittadini”.

C’è ora possibilità che la sentenza venga impugnata anche dai cittadini residenti in altri centri urbani ugualmente disturbati dal chiasso notturno, ed è impossibile non fare ovvio riferimento alla situazione aquilana in cui alcuni residenti, tornati ad abitare il centro storico e ormai stanchi di una movida a loro dire senza regole, si sono uniti lo scorso anno nell’associazione “Cittadini per il centro storico“, rappresentata dagli avvocati Claudia Aloisio e Fausto Corti.

L’associazione ha più volte puntato il dito contro il Comune, colpevole di non prendere sul serio le rimostranze dei cittadini residenti nelle aree più affollate da giovani, si pensi a Piazza Chiarino e Piazza Santa Maria Paganica, e di concedere continue deroghe al limite orario stabilito per gli eventi e concerti in centro storico, ma anche per l’uso notturno degli amplificatori per la musica.

Alla luce di quanto stabilito dalla Cassazione per il caso di Brescia, abbiamo sentito l’avvocato Fausto Corti che da tempo è al fianco dei residenti aquilani nella loro battaglia. “La decisione della Cassazione è arrivata in risposta alle azioni dei cittadini svolte nei confronti dei comuni. Anche noi da tempo ci stiamo preparando, predisponendo la documentazione necessaria per agire nei confronti del Comune dell’Aquila e certamente la sentenza ci rafforza”.

Ci rafforza anche il fatto che nel regolamento della Polizia Municipale del Comune è assunto espressamente l’obbligo di garantire la quiete e il decoro, quindi non si tratta soltanto di un obbligo che viene fatto discendere dall’ordinamento, ma esiste una norma specifica”.

Quest’obbligo – continua Corti – il Comune lo ha totalmente disatteso, perché il dato di fatto è che esistono delle norme che obbligherebbero esercenti e avventurieri a comportamenti specifici, ma il Comune ha rinunciato da sempre a farle valere perché non è prevista la presenza della Polizia Municipale dopo le ore 20. Quindi, dopo quell’orario la città è abbandonata completamente, con possibilità che venga commessa qualsiasi violazione del regolamento comunale. Noi abbiamo documentate centinaia e centinaia di violazioni del regolamento comunale da parte sia di esercenti, che di avventori, senza che siano state poi sanzionate. L’impegno a garantire l’osservanza delle regole è stato disatteso sia dalla precedente Giunta Cialente, che dall’attuale Giunta a guida Biondi”.

È importante, poi, – conclude l’avvocato – sottolineare che è stato arrecato in questi anni un vero e proprio danno alla salute dei cittadini residenti, certificato da perizia medica”.

Anche per i Supremi Giudici della Cassazione, infatti, “la tutela del privato che lamenti una lesione del diritto alla salute (costituzionalmente garantito) è incomprimibile nel suo nucleo essenziale sulla base dell’articolo 32 della Costituzione, ma anche del diritto alla vita familiare e della stessa proprietà, che rimane diritto soggettivo pieno sino a quando non venga inciso da un provvedimento che ne determini l’affievolimento, cagionata dalle immissioni (nella specie, acustiche) intollerabili, provenienti da area pubblica (nella specie, da una strada della quale la Pubblica Amministrazione è proprietaria)”.

Non ci resta che aspettare le prossime mosse, auspicando in un possibile dialogo tra amministrazione comunale, residenti ed esercenti.