15 Giugno 2023 - 12:21:09

di Martina Colabianchi

Liste di attesa infinite, cronica carenza di personale e mancati investimenti nella tecnologia: sono queste alcune delle fragilità della Asl Avezzano Sulmona L’Aquila denunciate nel corso della manifestazione che si è tenuta stamattina proprio davanti alla sede della Direzione generale della Asl1.

La mobilitazione, attraverso lo slogan “La sanità pubblica si difende!“, è stata fortemente voluta da diverse sigle sindacali e associazioni del territorio, tra le quali:  Cgil L’Aquila, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, Sindacato Dei Medici Italiani, Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani, 180 Amici L’Aquila, Unasam, Cittadinanzattiva L’Aquila, Tribunale per i diritti del malato Abruzzo, Anpi, Arci, Auser, Udu, Associazione Donatella Tellini-Centro Antiviolenza e Biblioteca delle Donne, Associazione Donne TerreMutate, Comitato promotore ” Salviamo i Nuclei di Cure Primarie”. Insieme a queste, presenti anche esponenti politici di diversi partiti che hanno deciso di aderire a difesa della sanità pubblica e territoriale.

I rimostranti chiedono, nello specifico, che si attui una vera integrazione tra ospedale e territorio, un aumento della spesa per il personale, maggiori investimenti nella tecnologia e il potenziamento dei presidi di medicina territoriale, insieme ad una rivitalizzazione dei consultori familiari. Tutto questo con l’obiettivo di una sanità pubblica che sia davvero di qualità, universale, gratuita e di prossimità, garantendo così la tutela del diritto alla salute per tutti.

Alle problematiche denunciate si sommano quelle scaturite dall’attacco hacker che, lo scorso mese, ha messo in luce la debolezza dei sistemi informatici della Asl.

In merito all’attacco hacker le difficoltà sono ancora enormi, non sappiamo di preciso di che si tratta perché in realtà non c’è stata molta comunicazione, quindi siamo ancora un po’ perplessi – dichiara Vito Albano, Segretario provinciale FIMMG. – Non sappiamo perché è successo, cosa è successo, cosa si sta facendo. Nonostante i cittadini subiscano molto disagio, gli operatori sanitari stanno lavorando tantissimo vuoi per le difficoltà oggettive che ci sono, vuoi perché sono rimasti in sottorganico perché non stanno facendo assunzioni per sostituire i medici in pensione e, di conseguenza, si trovano in seria difficoltà. Sono rimasti in pochissimi, stanno facendo turni massacranti, che possono essere pericolosi perché l’errore umano è inevitabile“.

Per quanto riguarda l’annosa questione dei nuclei di cure primarie, che sembra ancora restare irrisolta, Albano spiega che “ci sono state interlocuzioni abbastanza agguerrite, eravamo anche arrivati a un punto in cui la cosa sembrava risolta perché nell’ultima interlocuzione che abbiamo avuto con il Direttore generale della direzione strategica, lui ha controllato i bilanci e ha affermato che i saldi ci sono, quindi che i problemi in questo senso non c’erano più”.

“Sotto il profilo politico lui è sempre stato d’accordo quindi, francamente, io non riesco a capire, dopo due mesi, quale possa essere la difficoltà. Invece, in questo momento, sarebbe essenziale mantenere le associazioni mediche, che sono dei gruppi organizzati, perché potrebbero dare una risposta nella riduzione delle liste d’attesa. Abbiamo anche firmato, a novembre, un protocollo per la riduzione degli accessi in proprio al pronto soccorso, che sgraverebbe anche il pronto soccorso che è un altro reparto molto sotto pressione, ma neanche quello ha avuto seguito”.

Ci troviamo in una situazione in cui da parte nostra c’è massima collaborazione, – continua – ma vediamo che al di là di grosse dichiarazioni da parte della Asl non c’è nulla. Noi continuiamo la nostra lotta perché riteniamo che una buona organizzazione territoriale può fornire diagnostica di primo livello e anche ridurre drasticamente le liste d’attesa e anche gli accessi al pronto soccorso“.