27 Giugno 2023 - 09:33:37
di Martina Colabianchi
“Adesso è tutto chiaro, altro che riservatezza per tutelare le indagini, altro che impossibilità di individuare tutti i titolari. L’aver volutamente omesso di comunicare a tutti gli interessati quanto previsto dall’art 34 del Garante per la privacy, è evidentemente dipeso semplicemente dal fatto che il numero è impressionante: sono decine di migliaia e non dico il numero preciso per non togliere il compito a chi l’avrebbe dovuto dichiarare da un bel po’. Lo si sta facendo tentando ancora di tenere coperto il tutto, senza pudore e senza rispetto per tutte le famiglie della provincia dell’Aquila danneggiate che sono la stragrande maggioranza. Se non ci fosse stato il provvedimento del garante probabilmente non avremmo mai conosciuto la reale entità del danno“.
Così si esprime, in una nota, il coordinatore regionale Demos Alfonso D’Alfonso tornando sull’attacco hacker che ha mandato in tilt l’Asl 1, ormai quasi due mesi fa, mettendo in pericolo anche i dati sensibili degli utenti.
“Resta il fatto che ormai è da quasi due mesi, altro che 72 ore, che i dati sensibili e riservatissimi di buona parte degli abitanti della nostra provincia sono sul web a disposizione di cybercriminali, ricattatori e delinquenti di ogni tipo che già sanno se abbiamo l’HIV, un tumore, una malattia venerea, se abbiamo praticato un’interruzione di gravidanza o siamo in cura per una disfunzione erettile o per disturbi psichiatrici, giusto per fare dei piccoli esempi. Ormai è chiaro che ci troviamo di fronte ad una catastrofe e la direzione strategica ancora tiene nascosti quali sono i dati per i quali mancano i backup dati ormai irrimediabilmente persi. Adesso basta mentire“.
“Credo che di chiunque – continua – siano le responsabilità in base all’organigramma e al modello organizzativo aziendale, vi siano delle responsabilità oggettive dovute ad una totale mancanza di capacità manageriale già ampiamente dimostrata sia nella gestione ragionieristica che nel clima che si registra nei reparti”.
“Ma di questo ne parleremo nei prossimi giorni, adesso la direzione strategica deve pubblicamente relazionare senza alcun indugio sul reale stato dell’arte e dell’entità del danno e farlo direttamente senza ricorrere a fantasiosi annunci di consulenti esterni o peggio ancora di personale interno che funge da megafono. Relazionare, quindi, dire tutta la verità e immediatamente rassegnare le dimissioni, indipendentemente dalle responsabilità pregresse, qualora vi fossero, da accertare in tutte le sedi civili, contabili e persino penali. Le dimissioni, intanto, sono inevitabili per il modo inqualificabile con cui si è gestita la fase successiva al data bridge avendo l’unica preoccupazione di non rilevare l’entità del danno“.
“Ecco un piccolo esempio dell’enorme danno reputazionale all’azienda:
⦁ danno grave subito dalle decine di migliaia di cittadini a cui è stato notificato solo dopo 50 giorni il furto dei loro dati;
⦁ danno economico arrecato alla Asl dovuto alle eventuali sanzioni applicate dal garante (fino a 20.000.000 di €) più il costo di tecnici, consulenti legali ed esborsi milionari per i ricorsi che sicuramente vedranno la Asl soccombere nei giudizi;
⦁ danno per ricostruire tutte le informazioni che si sono perse;
⦁ danno che si arrecherà al lavoro di tutti i dipendenti che operano e continueranno ad operare in condizioni di grande difficoltà.
Ed il danno maggiore sarà quello inferto a tutti gli utenti della provincia per l’inevitabile calo della qualità del servizio sanitario“.
“Ripeto, ormai per Demos non ci sono alternative alle dimissioni di tutta la direzione strategica. Il dott. Testa è stato rimosso per molto meno ed è strano che coloro che pretesero quella decisione, sia di maggioranza che di opposizione, ora si ergono a difesa dell’indifendibile o peggio cercano di stare con il classico piede in due scarpe“.
“C’è chi fa politica e non è disposto a fare sconti o a miseri compromessi – prosegue D’Alfonso – e mette al primo posto solo gli interessi dei cittadini e la difesa dei diritti soprattutto dei più deboli e fragili. Non c’è parcheggio o garage, concorso oppure nomina di primario che ci interessa, non abbiamo fratelli, figli o cugini. da tutelare, per questo le nostre posizioni possono essere libere e non condizionabili. Questo, Prof. Romano, le sia chiaro ed indipendentemente dal verificarsi o meno delle condizioni riportate dall’autorevole testata giornalistica regionale Abruzzo Web, sia lei che le figure apicali coinvolte in questa catastrofica gestione a danno dell’intera provincia Aquilana, in un sussulto di dignità, avete il dovere di rassegnare le dimissioni non perché siamo noi di Demos a chiederlo ma per le decine di migliaia di cittadini che pagheranno un prezzo amaro per le vostre scelte miopi e egoistiche“.
“Mi appello a chi ha la responsabilità programmatica e di indirizzo nella gestione sanitaria affinché percorra l’unica strada possibile e dia una nuova gestione alla Asl 1 in grado di affrontare il duro lavoro per il ritorno alla normalità con equilibrio e serenità. Cosa che non ci si può aspettare da coloro che sono offuscati dal bisogno primario della difesa del loro operato. A quanti si battono per tutelare il diritto alla salute riconosciuto dalla costituzione, – conclude – chiedo umilmente di uniformare la condotta da tenere e di evitare ogni forma di legittimazione per il comitato strategico ormai privo di credibilità e autorevolezza dalla gravità delle decisioni assunte“.