13 Luglio 2023 - 11:36:04

di Martina Colabianchi

La decisione del sindaco Pierluigi Biondi di escludere Franco Nerozzi dalla partecipazione al festival L’Aquila città del libro non smuove di una virgola la nostra indignazione. Siamo sempre più convinti che nel capoluogo della nostra regione occorra tenere l’attenzione altissima, perché si lavora da tempo a un’operazione di revisionismo che è sfrenata, che usa le manifestazioni e le iniziative culturali, assieme alla propaganda, come clave“.

Lo dichiarano, in una nota congiunta, Daniele Marinelli e Nello Avellani, rispettivamente segretari del Partito Democratico abruzzese e aquilano, in merito al festival culturale “L’Aquila città del libro“, in programma dal 28 al 30 luglio, che ospiterà un panel di giornalisti e intellettuali di chiara provenienza politica. I due segretari si dicono insoddisfatti nonostante l’esclusione, per mano del primo cittadino Pierluigi Biondi, del giornalista Franco Nerozzi, autore di numerose dichiarazioni antisemite. Restano, infatti, come ospiti della kermesse molti nomi noti provenienti dalla casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound.

Se Biondi in poche ore ha la possibilità di escludere un partecipante, rivela la regia del Comune dell’evento, e quindi la scelta stessa di altri che interverranno, compresi quelli che abbiamo elencato, ricordando la provenienza dichiaratamente fascista. Il Comune, e la Regione, che stanzia un contributo altrettanto significativo. È lecito usare i soldi delle istituzioni, dei cittadini, per sostenere le posizioni di chi vuole il ritorno del fascismo? O non sono, almeno non dovrebbero essere, quelle istituzioni antifasciste per Costituzione? Per noi è ovvio che non sia lecito, bensì semplicemente vergognoso“.

D’altra parte – aggiungono Marinelli e Avellani – è davvero difficile a credersi che Biondi e Marsilio non conoscano la provenienza politica degli organizzatori del festival che hanno deciso di finanziare, l’associazione Castelli di Carta, che già era finita al centro delle polemiche per una kermesse animata a Todi. In quella occasione, era stato dimostrato come l’associazione ruotasse intorno alla più nota Casa Editrice Altaforte, vicina al movimento politico di CasaPound, e dal catalogo di pubblicazioni inequivocabili (Diario di uno squadrista toscano; Le soldatesse in grigioverde. Con il memoriale di Piera Gatteschi Fondelli generale delle ausiliarie della RSI; Risorgere e combattere; I discorsi della Repubblica Sociale e il testamento politico di Benito Mussolini; Oltre il maschio debole – Prospettive per ritrovare la ‘Via del guerriero’, alcuni dei titoli).

Quella stessa Altaforte, allontanata dal Salone del Libro di Torino, guidata da Francesco Polacchi – ‘prima di essere un editore, sono un militante di CasaPound e non mi vergogno di questo’, così si presenta – già a processo per lesioni personali durante una manifestazione e per il richiamo al partito di Mussolini durante le commemorazioni, nel 2019, per la morte di Sergio Ramelli. Un nome che torna di questi tempi, all’Aquila“.

Per queste ragioni – concludono Marinelli e Avellani – di ben altri gesti avremmo avuto bisogno, dal sindaco Biondi, come dal presidente Marsilio: le scuse, e il ritiro del contributo e di qualsiasi accostamento delle istituzioni alla manifestazione“.