07 Settembre 2023 - 11:48:31
di Martina Colabianchi
Arriva la “Zes unica“, cioè un’unica Zona Economica Speciale per tutto il sud Italia volta a semplificare le procedure di sostegno alle imprese delle regioni meridionali del Paese. L’Abruzzo è tra quelle coinvolte, insieme a Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
I particolari della nuova Zes, che andrà a sostituire le attuali otto Zone Economiche Speciali dal 1° gennaio 2024, sono contenuti nel decreto legge recante “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno” al vaglio, oggi, del Consiglio dei Ministri.
La Zes unica prevede semplificazioni burocratiche affidando ad un’unica “Struttura di missione” (una sorta di cabina di regia), presieduta dal Ministro per il Sud Raffaele Fitto e composta anche da numerosi altri ministri e dai presidenti di Regione interessati, l’onere di individuare i settori da promuovere e da agevolare, gli investimenti e gli interventi prioritari finalizzati a favorire lo sviluppo dell’intero territorio del sud del Paese. Il decreto prevede, nello specifico, aiuti per 4,5 miliardi in tre anni sfruttando le risorse del Fondo sviluppo e coesione e in coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
La Zes unica nascerebbe con l’obiettivo di imprimere un cambio di passo alla struttura delle Zone che, fino ad ora, sembrano aver ottenuto risultati abbastanza limitati. L’idea è quindi quella di semplificare le procedure per avviare un’attività attraverso un’autorizzazione unica che va, così, a sostituire tutti i titoli abilitativi e autorizzatori necessari. L’obiettivo è, in parole povere, quello di consentire a chi fa richiesta per avviare un’attività economica, di ottenere l’autorizzazione in pochi mesi.
Dalla regione Abruzzo non tardano ad arrivare le prime dichiarazioni di contrarietà, tra cui quella di Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione, componente della Commissione Bilancio della Camera:
“Come il Governo ci ha già abituato a vedere, sul tema della ZES vedo solo proclami utopistici che creano danni irreparabili a zone e imprese presenti in territori poco profittevoli oltre ad un chiaro disegno politico che ha il fine di rimuovere i commissari nominati dal Governo Draghi e accentrare il tutto per controllare la gestione politica delle opportunità per le imprese. Per poi magari nominare sub-commissari vicini all’esecutivo. Inoltre, dopo aver analizzato la proposta del Governo sulla creazione di una Zona Economica Speciale su tutto il territorio del Sud Italia, sorgono alcuni dubbi sull’effettiva realizzabilità di quest’ultima: innanzitutto credo che, al contrario di quanto previsto dall’esecutivo, non sia possibile mantenere invariata la copertura prevista di 1.5 miliardi per i crediti d’imposta che sono già poco sufficienti per le attuali zone ZES (molto più limitate territorialmente) ma sono fondi estremamente esigui per una possibile ZES diffusa. Al momento ulteriori coperture non sono previste e non so dove verranno trovate considerando una Legge di Bilancio in arrivo definita “prudente” dal Presidente del Consiglio Meloni e dal Ministro Giorgetti. A questo si aggiunge il dubbio sulla capacità dello sportello unico digitale proposto di riuscire a dare assistenza e autorizzazioni a aziende in territori e regioni completamente differenti con aspettative e necessità diverse. Ricordiamo al momento sono previsti sportelli specializzati per ognuna delle diverse zone economiche speciali. Per questi motivi la proposta mi pare più utopistica che realizzabile“.
“Infine – conclude Sottanelli – vorrei sottolineare come i proclami del Governo su questa riforma abbiano di fatto già creato un danno alle attuali ZES che, secondo gli ultimi dati, hanno investito meno in quanto gli imprenditori, in un clima d’incertezza, stanno preferendo attendere per poi realizzare investimenti in luoghi magari più profittevoli“.
“Grazie al nostro lavoro guadagnammo la programmazione e le risorse della Zes, d’intesa con l’allora Ministro De Vincentis – afferma il coordinatore regionale di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, al quotidiano Il Centro – dopo il colpevole ritardo della zoonizzazione finalmente si è partiti, e il Governo nazionale che fa? Supera la filosofia stessa delle Zes che devono essere un abito cucito Regione per Regione, accorpandole e facendoci perdere la futura governance delle decisioni e della programmazione. È una scelta schizofrenica“.
“Quando si tratta di pagare c’è l’autonomia differenziata, – continua il deputato IV – quando c’è da gestire le risorse si accentrano. Le Regioni Puglia e Campania ringraziano, l’Abruzzo rimane silente con una macchina in corsa. Misteri!“, conclude.
Per quanto riguarda un altro fronte, e cioè il personale preposto alla realizzazione della Zes unica, per cui l’Abruzzo non avrebbe beneficiato di alcun rafforzamento, si esprime con durezza il senatore del Partito Democratico Michele Fina:
“Vanno assolutamente chiarite le ragioni e va corretta la decisione del governo di non assegnare all’Abruzzo alcun rafforzamento di personale per la realizzazione della cosiddetta Zes unica. Sono pronto al riguardo a presentare un’interrogazione parlamentare. Quanto rilevato dal quotidiano il Centro è gravissimo. Se è una scelta politica e amministrativa va combattuta in ogni sede, tenuto conto che l’Abruzzo sarebbe l’unica regione del Mezzogiorno a non beneficiare di personale supplementare. Se è una dimenticanza, è ugualmente disdicevole: se la considerazione dell’Abruzzo è questa, tale da non ricordarsi nemmeno che esiste quando si redigono le norme, allora si tristemente spiegano alcune altre scelte, penso ad esempio al collegamento ferroviario Roma – Pescara, che ci collocano puntualmente in fondo alla lista delle priorità“.