09 Settembre 2023 - 10:43:54

di Tommaso Cotellessa

La città dell’Aquila si unirà virtualmente al popolo Cileno, al ricordo del Presidente Salvator Allende e di quanto accadde cinquanta anni fa, è questo lo scopo dell’iniziativa organizzata dalle associazioni ANPI L’Aquila, ANPPIA L’Aquila e Circolo ARCI Querencia per la giornata di lunedì 11 settembre alle ore 18:00.

L’appuntamento che si svolgerà nella sede del Circolo Querencia in Piazza D’Arti, non solo vuole essere un modo per ricordare Salvador Allende e Unidad Popular ma anche un’iniziativa volta a tenere viva la speranza di un mondo più giusto.

Nel 1970 alle elezioni presidenziali cilene trionfò la coalizione di sinistra “Unidad Popular” composta da diverse sensibilità politiche (socialisti, comunisti, cattolici, radicali) e divenne Presidente del Cile il leader del Partito Socialista Salvador Allende, medico e leader politico di lungo corso dalla dichiarata fede marxista.

Quella vittoria rappresentò una svolta nella storia della sinistra mondiale: quella di poter conquistare il potere con la legittimazione democratica del voto popolare e non solo per via rivoluzionaria, come era avvenuto a Cuba.

Forse fu proprio questo ad essere considerato dai reazionari un fatto pericoloso e inaccettabile, oltre al formidabile e ambizioso programma di governo, alle poderose riforme sociali attuate in Cile negli anni successivi e al tentativo di Allende di rafforzare un’integrazione tra i paesi dell’America Latina finalmente indipendente dagli Stati Uniti che, sin dalla dottrina Monroe, consideravano gli stati a sud come il proprio “giardino di casa”.

L’11 settembre del 1973 un feroce colpo di stato, culminato con l’assedio al palazzo presidenziale della Moneda, mise fine in maniera sanguinaria all’esperienza di Unidad Popular e di Allende.

Il Presidente rifiutò di arrendersi e trovò eroicamente la morte in quelle ore, insieme agli uomini della scorta, trucidati dai militari golpisti.

I settori più reazionari della borghesia cilena, insieme a parti dell’esercito, con la complicità della CIA avevano rovesciato un sistema democratico e un presidente eletto per sostituirlo con una feroce dittatura e con un generale sanguinario, Augusto Pinochet.

I mesi e gli anni successivi furono caratterizzati da omicidi, torture, esecuzioni, esili, sparizioni nei confronti di sindacalisti, politici di sinistra, attivisti, funzionari rimasti fedeli alla Costituzione.

Immediatamente in tutto il mondo democratico si levarono voci di rabbia e indignazione, insieme ad un movimento di solidarietà internazionale e di accoglienza dei rifugiati politici.

In quegli anni le canzoni degli Inti Illimani, di Victor Jara, le poesie di Pablo Neruda hanno raccontato il sogno di Allende e incitato milioni di giovani nel mondo.

La vicenda cilena animò profonde riflessioni politiche (in Italia ne fu protagonista Enrico Berlinguer) e ancora oggi potrebbe ispirare tutti quei movimenti e partiti che aspirano a un diverso ordine mondiale, al rispetto dei diritti dei più deboli, a sconfiggere diseguaglianze e ingiustizie sociali.

Il Cile per quasi altri 17 anni rimase una dittatura, come quelle che in quel tempo presero il potere in America Latina. Oggi, a 50 anni da quel golpe, ricordando Salvador Allende e Unidad Popular vogliamo tenere viva la speranza di un mondo più giusto.