25 Settembre 2023 - 11:12:38
di Tommaso Cotellessa
Oggi, 25 settembre 2023, ricorrono gli 80 anni da una giornata che fu intrisa di coraggio ed eroismo ma che vide anche un crudele e spietato spargimento di sangue.
In quella giornata del 1943 infatti venne combattuta, nella provincia di Teramo, la battaglia di Bosco Martese, la prima battaglia in campo aperto fra partigiani e tedeschi. Si tratta di un orgoglio per l’Abruzzo che vanta una resistenza strenua e valorosa all’occupazione nazista e alle rappresaglie dei fascisti conniventi.
Nei giorni precedenti alla battaglia centinaia di persone, fra le quali sia soldati che civili, per lo più antifascisti teramani, si diedero appuntamento al Ceppo (Rocca Santa Maria) per costituire un presidio di difesa da attacchi tedeschi alla città di Teramo. Il comando delle truppe antifasciste fu affidato al capitano dei carabinieri Ettore Bianco.
Per diversi giorni gli uomini di Bianco restarono al Ceppo fino a quando proprio in quel 25 settembre un contingente di tedeschi composto da 30 camion si diresse verso il luogo dove erano situati i partigiani. All’arrivo degli occupanti scoppiò la battaglia, erano circa le 12:30 del mattino. Lo scontro, che vide l’uccisione di 50 tedeschi, la distruzione di 5 camion e di due autovetture, durò per circa tre ore. Fino a che i tedeschi sconfitti non batterono la ritirata, ma per rappresaglia uccisero cinque ostaggi catturati a Torricella Sicura
Il coraggio dei partigiani capitanati da Bianco rappresenta oggi un esempio e un vanto per la regione Abruzzo, un episodio fondamentale nella resistenza meridionale ma anche nazionale. Proprio sull’importanza di ricordare questo episodio così importante è intervenuto il coordinatore regionale dell’ANPI Abruzzese Fulvio Angelini:
“Per troppo tempo la battaglia di Bosco Martese è stata celebrata – grazie all’ANPI – ma solo a livello locale. Quest’anno, nell’80° dell’inizio della Resistenza, finalmente può ricevere l’attenzione e il valore che merita. Quello che fu il primo scontro in campo aperto con l’esercito tedesco segna la svolta nella storia nazionale di quei giorni convulsi caratterizzati dal crollo della monarchia e dall’occupazione nazista. E si tratta di uno scontro poderoso, tra i soldati della Wehrmacht che vengono sconfitti e messi in fuga e centinaia di partigiani e patrioti raccoltisi sulla montagna teramana. Forse a loro volevano ricongiungersi anche i Nove Martiri che con altri giovani aquilani erano fuggiti due giorni prima dalla città verso le pendici del Gran Sasso. Insieme ad altri eventi già noti (l’insurrezione di Matera, le quattro giornate di Napoli e la rivolta di Lanciano coi Martiri ottobrini) Bosco Martese è una luce di riscatto e di lotta che portò alla Liberazione dell’Italia.
Anche il Senatore del Partito Democratico Michele Fina ha voluto celebrare l’eroismo di quei partigiani ricordando che “da Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 15 settembre 2005, attribuì la Medaglia D’oro al Valor Civile al gonfalone della Provincia di Teramo riconoscendo l’importanza della lotta antifascista che si svolse in questi nostri luoghi e che vide la nascita del riscatto morale e civile delle italiane e degli italiani attraverso la Resistenza“
Quel 25 settembre del ’43 però fu purtroppo carico di avvenimenti. Infatti mentre nel teramano i partigiani avevano la meglio sugli occupanti, a Filetto, nell’aquilano, i tedeschi trucidavano il giovane Franco Gambacurta, che aveva solo 16 anni.
Il ragazzo fu ritenuto colpevole di essere complice dei Partigiani. Le testimonianze dell’epoca raccontano che Gambacurta implorò i militari nazisti di risparmiarlo, aggrappandosi alle gambe di un ufficiale, tuttavia le sue suppliche non valsero a nulla. A soli due giorni dal massacro dei 9 martiri aquilani ad opera dei nazifascisti, venne compiuto questo tremendo delitto nei confronti di un ragazzo che condivideva la stessa età e purtroppo condivise anche lo stesso destino dei 9 martiri.
A ricordare il giovane Franco è in particolare la comunità di Filetto e l’ANPI dell’Aquila, che scrive in una nota:
“Per troppo tempo questo tragico episodio è rimasto nell’oblio. Cogliendo l’invito della popolazione di Filetto, in particolare di Giovanni Altobelli vogliamo ricordare Franco Gambacurta nell’ottantesimo anniversario del suo barbaro assassino ad opera delle milizie nazifasciste“.