17 Ottobre 2023 - 11:40:08

di Tommaso Cotellessa

Presentata stamane in Regione la proposta di legge del Partito Democratico sull’educazione alla parità di genere e sulla prevenzione di discriminazioni e violenza nelle istituzioni scolastiche.

A illustrare le finalità e i contenuti del testo sono stati il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, proponente del progetto redatto in collaborazione con la Conferenza delle Donne Democratiche d’Abruzzo, i Consiglieri regionali, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci, Lorenza Panei portavoce Conferenza Democratiche Abruzzo, Stefania Pezzopane Direzione Nazionale Pd ed Esecutivo Nazionale Conferenza Democratiche, Marielisa Serone Esecutivo nazionale democratiche

Per combattere disparità e violenza di genere serve una cultura nuova, lo dimostrano i dati, sempre in aumento sui femminicidi (70 da gennaio a oggi in Italia) e le modalità sempre più crudeli, come i fatti di Palermo e Caiano dimostrano. Questa consapevolezza sta alla base della proposta di legge per istituzionalizzare e potenziare l’educazione contro violenza e disparità di genere promosso in Consiglio regionale, affinché questi temi diventino materia viva nell’educazione scolastica e universitaria“, così i consiglieri del gruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci proponenti della proposta di legge.


Assurdo che dopo le storie che hanno toccato anche noi in questi ultimi anni, ‘Abruzzo non si sia ancora fatto promotore di un’iniziativa sulla parità e sull’educazione alla parità – riprendono i consiglieri -. È tempo di muoversi, la Regione scelga di stare in trincea, facendosi promotrice di una nuova cultura della prevenzione, sul campo, il più possibile inclusiva e aderente alla realtà, questo chiede la proposta in 6 articoli, costruita insieme alla Conferenza delle democratiche, perché raccogliesse in sé proposte ed esperienze dirette. Un contenuto che può dare subito frutti, partendo dal fatto che la Regione può e pertanto deve diventare protagonista e concentrando sulla collaborazione interistituzionale l’azione e, in particolare, sul ruolo prezioso degli istituti scolastici, che vanno sostenuti e stimolati nella proposta di progetti su materie così importanti nella formazione delle future generazioni“.

“I dati sui femminicidi e gli stupri nel nostro Paese, da inizio anno, sono allarmanti e confermano l’urgenza di agire in maniera strutturale per prevenire ogni forma di violenza di genere – così le componenti della Conferenza delle democratiche d’Abruzzo-. Vogliamo introdurre l’educazione di genere all’interno dell’attività didattica delle scuole con programmi e progetti specifici coinvolgendo studenti, insegnanti e tutta la comunità scolastica da cui deve partire la svolta culturale improntata al rispetto e alla dignità. Siamo certe che la produzione legislativa sia un importante strumento di cambiamento della società. Di pari passo deve esserci, pero’, una presa di coscienza trasversale sul tema della parità di genere, un’alleanza tra donne e uomini nel mondo del lavoro e nella società per garantire una crescita che sia davvero paritaria ed inclusiva”.

Nel corso della conferenza sono stati citati anche i dati che rendono necessaria una legge di questo tipo. Nel 2022 infatti in Italia ci sono stati 120 omicidi di donne, di cui 97 in ambito familiare affettivo; 57 di queste hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.

Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), ha subito violenza in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. Se dai dati si passa ad indagare le cause, risulta evidente come la violenza di genere sia legata in molti modi a un retroterra culturale temporalmente e spazialmente molto esteso e a un rapporto storicamente e socialmente connotato, quello patriarcale e gerarchico uomo-donna, nelle forme specifiche in cui esso è presente nelle diverse culture.