16 Novembre 2023 - 13:19:03

di Redazione

La volontà politica è quella di mantenere al minimo i Nuclei di cure primarie, perché così come sono stati impostati fino ad oggi, a loro avviso, non sono più sostenibili. La volontà è quindi di portarli lentamente alla chiusura, escludendo migliaia di cittadini dal diritto alle cure e mettendo a rischio tutti i posti di lavoro”.

Lo afferma il segretario provinciale della Cgil Francesco Marrelli, a margine della commissione Vigilanza di questa mattina in Regione sul rischio chiusura dei Nuclei di cure primarie dell’Aquila, gli studi associati dei medici di medicina generale. Alla commissione hanno preso parte anche  il segretario provinciale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) Vito Albano, il segretario provinciale del sindacato dei Medici Italiani (Smi) Guido Iapadre, il segretario provinciale del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) Raffaele Giorgi, il direttore sanitario della Asl aquilana Alfonso Mascitelli e, da remoto, l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì e il  direttore regionale del dipartimento Sanità Regione Abruzzo Claudio D’Amario oltre al consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci.

“La politica sta gettando la scure sui Nuclei, da quanto emerso nel corso della commissione, non sostituendo i medici andati in pensione – aggiunge Marrelli – Una sperequazione rispetto alle altre province che hanno già reintegrato e stanno ancora reintegrando i medici andati in pensione. E’ un attacco esclusivo all’Aquila,  considerando anche la vastità territoriale della provincia. C’era stato un impegno, da parte della politica, nel corso della commissione Sanità, per il reintegro dei medici. Oggi, improvvisamente, la marcia indietro”.

Marrelli, Albano, Giorgi e Iapadre garantiscono che non si fermerà la battaglia in difesa dei Nuclei, annunciando nuove manifestazioni e lo stato di agitazione di tutto il personale. Questa mattina, intanto, cittadini, medici, infermieri e personale amministrativo impiegato nei Nuclei, si sono riuniti in presidio di fronte all’Emiciclo, dove, nel frattempo, i rappresentanti dei sindacati sono stati auditi.

I Nuclei di cure primari presenti in città sono 4 (centro Agorà, viale Aldo Moro, palazzo Rotilio e Torrione) ai quali si aggiungono quelli dei comuni di San Demetrio e di Montereale. Albano spiega che sono già molti i medici andati in pensione in alcuni dei nuclei: “Nel mio nucleo, quello di Agorà, sono andati in pensione nove medici e ne sono stati reintegrati solo 5 nel 2021. In quello di via Aldo Moro ci sono stati tre pensionamenti mai reintegrati, e in quello di palazzo Rotolio 5 pensionamenti su 10 medici presenti, quindi il 50%, mai sostituiti. La Asl ha ribadito la totale chiusura nei confronti del subentro, adducendo motivazioni di carattere economico. Noi riteniamo che stiano utilizzando un solo capitolo di bilancio, quando avrebbero potuto utilizzarne due: questo ha comportato il mancato rientro e l’impossibilità per i medici, anche di quelli che lavorano in modalità singola, di dotarsi di personale di studio e infermieristico. Questa chiusura denota un abuso da parte dell’azienda nei nostri confronti e di conseguenza passeremo a vie legali. L’azienda ha più volte fatto promesse di vario genere, alcune fatte in presenza del capo di gabinetto del prefetto, e non ne è stata mantenuta nemmeno una. A questo scopo, avevamo anche sottoscritto a settembre 2022 un accordo per liberare il pronto soccorso dagli accessi impropri, anche con la motivazione che questo avrebbe permesso al direttore di giustificare eventuali subentri nei nuclei.  Questa commissione era l’ultima occasione, i ricorsi sono già stati depositati”.

Iapadre ha infine aggiunto: “Abbiamo chiesto un’assunzione  di responsabilità alla Regione Con la delega che è stata fatta alle singole Asl, abbiamo visto che il comportamento delle aziende sanitarie continua ad essere differenziato sul territorio regionale. Ci sono Asl che hanno reintegrato i medici e altre, come la nostra, che su questa questione sono rimaste irremovibili. Un Nucleo come quello di palazzo Rotilio, ridotto al 50 per cento, vuol dire che è stato definanziato per la metà dei fondi. Un definanziamento simile rende quindi impossibile sia il mantenimento dei livelli occupazionali, sia i livelli e i numeri delle prestazioni che stiamo erogando. I nostri fondi stanno quindi per essere stornati su altri capitoli della spesa sanitaria”.