18 Novembre 2023 - 12:42:36
di Martina Colabianchi
Si conclude con la mattinata di oggi la due giorni promossa dalla Fondazione Magna Carta a L’Aquila e dedicata al tema, attualissimo, dello spopolamento delle aree interne.
La maggioranza dei comuni italiani ha, infatti, meno di cinquemila abitanti. Molti di essi costituiscono quei territori che il senso comune indica come “aree interne”. Essi, borghi spesso dalla storia secolare, rischiano di spopolarsi in pochi anni e cadere nell’oblio. Questa dinamica, provocata dall’invecchiamento della popolazione e dal basso tasso di natalità, richiede una riflessione urgente se si vuole evitare che una parte del nostro patrimonio naturale, sociale e culturale venga marginalizzata. Questo è quanto si è proposta di fare la Fondazione che, al termine delle due giornate di confronti, spera di dare il proprio contributo alla costituzione di una visione che porti a non lasciare indietro nessuna area del Paese.
Come di consueto, ciò che la Fondazione si propone di fare con i suoi incontri “A Cesare e a Dio” è tessere un dialogo tra credenti e non credenti, al fine di convergere su soluzioni che possano porre fine ad un calo demografico che sembra inarrestabile e che, prendendo in prestito le parole di Papa Benedetto, “sta privando la nostra società della vitalità e del potenziale incarnato dai nostri figli“.
Un grave problema, quello delle aree interne sempre meno popolate e più marginalizzate, che si intesse inevitabilmente con il futuro dell’intero Paese. L’Aquila è stata scelta quale sede del convegno non a caso, ma grazie al suo impegno con la firma, anni fa, della Carta dell’Aquila, un documento attento allo sviluppo delle aree interne e al pieno sviluppo delle loro potenzialità. Potenzialità che, certamente, hanno in questa fase storica e a livello nazionale hanno una grande opportunità di sbocciare grazie ai fondi del PNRR destinati proprio alle aree più fragili del Paese.
“Nell’ultimo decreto per il Sud, per la prima volta si è creata una Cabina di Regia per le aree interne – spiega Gaetano Quaiariello, presidente Fondazione Magna Carta. Si è quindi preso atto di questa realtà, si è preso atto ad esempio del fatto che ci sono dei territori che sono svantaggiati due volte, perché si trovano nel sud del Paese e perché si trovano all’interno“.
Tanti i temi affrontati nel corso dei numerosi panel che si sono susseguiti e all’interno dei quali voci autorevoli dei territori e della politica locale e nazionale, autorità laiche ed ecclesiastiche, hanno portato la propria visione su questioni dirimenti da affrontare nel prossimo futuro, anche grazie al Piano europeo e all’interesse del Governo nazionale.
“Dalla digitalizzazione, alle infrastrutture logistiche, passando per l’educational: da questo convegno noi vorremmo uscire con le idee più chiare su cosa effettivamente si può fare“.
Ad illustrare alcuni progetti possibili grazie all’ausilio delle nuove tecnologie è Gian Mario Spacca, ex presidente della Regione Marche, ai microfoni de LaQtv:
“Un aiuto ci può essere dato alle tecnologie, soprattutto dalla digitalizzazione. Noi abbiamo fatto alcuni esperimenti, anche in collaborazione con la Fondazione Magna Carta, progetti pilota che possono comunque essere replicati per risolvere il tema della scarsità dei servizi. Applicando, ad esempio, le tecnologie digitali alla salute, quindi un centro di telemedicina in un’area interna che, in qualche modo, ha corrisposto ai bisogni della popolazione utilizzando tecnologie digitali, oppure un altro progetto che abbiamo realizzato è quello di mettere insieme piccoli produttori di tre regioni (Marche, Umbria, Abruzzo) su un portale di e-commerce per poter vendere i loro prodotti in tutta Europa: Spagna, Germania, Inghilterra, Francia“.