27 Novembre 2023 - 11:16:48

di Redazione

Il professor Fabrizio Marinelli è stato confermato presidente nel corso dei lavori dell’assemblea dei soci dell’istituzione culturale fondata nel 1888, Deputazione abruzzese di storia patria, che si sono tenuti lo scorso 19 novembre.

Riconferme anche per il dottor Paolo Muzi, segretario, e per il professor Fabrizio Politi, tesoriere. Vice presidente è stato nominato invece il teramano Roberto Ricci e consigliere l’architetto aquilano Maurizio D’Antonio.


Dopo il ricordo dei deputati recentemente scomparsi (professor Marco Bonocore, professor Umberto Russo, professor Raffaele Colapietra e dottor Ezio Mattiocco) la parte culturale è stata affidata al dottor Walter Capezzali, che ha svolto una relazione dal titolo Un benemerito della Deputazione, Giuseppe Rivera (1846 -1923), raccontando un intellettuale che è stato per quasi trenta anni presidente della Deputazione, e che ha rappresentato nel corso della sua vita l’intera parabola dello stato liberale italiano.

La parte più propriamente assembleare ha visto l’approvazione delle relazioni del presidente, del segretario, del tesoriere e quindi l’elezione dei componenti del direttivo per il triennio 2024-2026.
A conclusione dei lavori l’assemblea ha approvato un ordine del giorno (con due voti contrari e due astenuti) volto a sottolineare la necessità di una pace fondata su iniziative diplomatiche con riguardo alle guerre in corso dall’Ucraina al Medio Oriente e in tutte le altre parti del mondo:

“I soci, studiose e studiosi della Deputazione Abruzzese di Storia Patria
riuniti in assemblea all’Aquila il 19 novembre 2023, in considerazione del fatto che le storiche e gli storici, stando alla definizione di Benedetto Croce, studiano le vicende del passato a partire dall’esigenza di interpretare il proprio presente; in considerazione del fatto che storicamente i conflitti armati devono concludersi con accordi diplomatici di pace in grado di contemperare le esigenze delle parti; ricordando l’insegnamento di papa Celestino V e il principio costituzionale (art. 11 Cost.) del rifiuto della guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, condannando ogni forma di terrorismo, auspicano che i conflitti in corso in Europa, nel Medio Oriente e nelle altre parti del mondo trovino una rapida soluzione sul piano diplomatico anche grazie alla mediazione dell’ONU, con risparmio di vite umane, civili e militari, delle parti contendenti”.